I DISSIDENTI M5S USERANNO IL SIMBOLO DELL’ITALIA DEI VALORI PER POTER COSTITUIRE IL GRUPPO A CAMERA E SENATO
FORMARE IL GRUPPO E’ NECESSARIO PER AVERE RAPPRESENTANTI NELLA COMMISSIONI, FONDI E AGIBILITA’ POLITICA … COME RENZI HA USATO IL SIMBOLO DEL PSI
Intanto, la norma: per formare un nuovo gruppo non bastano solo avere almeno 10 senatori e 20 deputati, ma secondo il nuovo regolamento varato nel 2017 occorre essere collegati a un partito che si era presentato alle elezioni.
Fortuna vuole che Idv, ormai scomparso dai radar della politica, nel 2018 si trovava piccolo-piccolo dentro il simbolo della lista Civica popolare di Beatrice Lorenzin, una specie di matrioska con dentro altri cinque simboli e in coalizione con il Pd.
Tra questi cinque c’era appunto il gabbiano multicolore.
“L’interpretazione dell’articolo 16 comma 4 del regolamento — dice Gabriele Maestri, esperto di simboli elettorali — può essere allargato a casi limite come questo, un precedente leggermente diverso ma con caratteristiche simili c’è già ed è l’unione tra il Psi di Riccardo Nencini e Italia Viva”. Quindi sulla carta si può fare.
Il partito fondato da Di Pietro è oggi in mano all’avvocato Ignazio Messina, segretario extraparlamentare che potrebbe ritrovarsi invece un bel gruppo nelle due principali assemblee elettive.
Nei corridoi delle Camere si conferma che la trattativa è in corso e anzi, qualcuno — ma non c’è ufficialità — assicura che un accordo di massima tra la rediviva Idv ed ex 5 Stelle è stato siglato. I tramite sono Elio Lannutti, che in passato fu senatore e proprio di Idv ai tempi dell’ex pm di Mani Pulite e Pino Cabras, deputato sardo.
La storia che lega passato e forse presente di Idv e M5S comincia con la Casaleggio associati che curava il sito e il blog dipietrista, all’epoca fu il primo partito ad aprire una sezione virtuale su Second Life, la suggestione della rete era nell’aria.
Poi il blog di Beppe Grillo, prima della nascita del Movimento, invitò i lettori ad appoggiare le candidature alle europee del 2009 di Luigi De Magistris e Sonia Alfano, eroine giustizialiste e anti-berlusconiane. Nel 2012 il comico genovese propose il nome del pm molisano per il Quirinale, “è una persona onesta”.
Nei primissimi meetup e così anche tra gli attivisti del Movimento erano in molti quelli che alle spalle avevano avuto un’esperienza politica in Italia dei Valori. Partito che fu poi prosciugato dall’ascesa grillina. Non potevano immaginare che quel logo sarebbe potuto tornare attuale.
(da “La Repubblica”)
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