I MESSAGGI MINACCIOSI DEL FORZISTA MAURIZIO TESTA AL CAPO DI GABINETTO DI TOTI, MATTEO COZZANI: “ANCHE SE MI HAI BLOCCATO, QUANDO TI VEDO TI SPUTO IN FACCIA”
COZZANI, BRACCIO DESTRO DI TOTI, AVEVA FATTO INCETTA DI VOTI PROMETTENDO POSTI DI LAVORO, MA POI E’ SPARITO SENZA RISPETTARE GLI IMPEGNI… LA RABBIA DEI RIESINI E I RAPPORTI CON I CLAN
“Anche se mi hai bloccato, quando ti vedo, perché vengo a cercarti, ti sputo in faccia”. È il 25 maggio 2021, dalle elezioni regionali in Liguria sono passati ormai otto mesi. Matteo Cozzani, braccio destro del governatore Giovanni Toti, ha fatto incetta di voti nel quartiere genovese di Certosa promettendo posti di lavoro, ma poi, diventato capo di gabinetto, è sparito senza rispettare gli impegni.
Non solo: ha addirittura bloccato su whatsapp il contatto di Maurizio Testa, emissario bergamasco della comunità di Riesi (Caltanissetta) che, insieme al gemello Arturo, ha procurato valanghe di preferenze alla lista “Cambiamo con Toti”.
Così Maurizio lo insulta via sms. E subito dopo chiama Arturo per sfogarsi: “Artu’ ave na vita (è una vita, ndr) che lo inseguo, da marzo eh… cioè nun rispunne eh (non risponde)”.
Il fratello tenta di calmarlo, gli dice che forse è stato “un po’ pesantuccio”, che facendo così ha dato a Cozzani la scusa per tagliare del tutto i ponti, “tanto l’obbiettivo lo raggiungè”, lo ha raggiunto.
Ma Maurizio non ci sente: “Tanto l’avrebbe fatto lo stesso, chiustu ormai voliva (questo ormai voleva) chiudere perché ho capito che era un buccazzone, e la storia de li colloqui era tutta ’na farsa…”.
Il riferimento è ai colloqui di lavoro procurati da Cozzani presso un’importante società edile genovese, la Cosme spa, a quattro soggetti “riesini” segnalati dai Testa, che però non vengono assunti perché privi di esperienza. Arturo allora gli suggerisce di rivolgersi ad Alessandro Sorte, il deputato che li ha presentati a Cozzani: “Tu chiamalo a Sorte e ci dici ‘Fammillo fare un incontro cu iddu (con lui), cussì vedimmo cu è (così vediamo chi è)’, pizzo di mmerda, pizzo di stronzo”. L’incontro però non ci sarà mai.
Per questa vicenda i due Testa e il capo di gabinetto sono accusati di corruzione elettorale con aggravante mafiosa: secondo la Procura di Genova hanno agevolato “l’attività di Cosa nostra, segnatamente il clan Cammarata del mandamento di Riesi”, accordandosi con il referente della cosca, l’ex sindacalista Venanzio Maurici. Lo stesso reato, senza l’aggravante, è contestato a Toti.
(da agenzie)
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