I MIGRANTI SCAPPANO DA MORTE CERTA E NON SI FERMERANNO
IL DOLORE DEI POVERI CI SOMMERGERA’ SE NON SAREMO IN GRADO DI RICONOSCERE GLI ERRORI E GLI ORRORI DELL’OCCIDENTE
Prima la vergognosa diffamazione mediatica dell’operato delle Ong in mare, poi le difficoltà a concedere la cittadinanza ai figli di stranieri nati in Italia, poi gli sgomberi forzati di rifugiati a Roma, infine la minacciosa presenza xenofoa alla messa di Don Massimo Biancalani a Pistoia, prete accusato di accogliere senza distinzione di religione, mentre dovrebbe curarsi solo del bene delle anime (italiane, cattoliche e bianchissime).
Quanti passi mancano a tornare al passato? I politici populisti (Matteo Salvini, Luigi Di Maio e non solo), soffiano sul fuoco, aizzando le più torbide paure.
Il fenomeno migratorio non si governa col manganello, con gli sgomberi, con le barche affondate, con i muri alzati, con i lager libici.
In questo modo si può solo vagheggiare una “soluzione finale” come 70 anni fa.
Tanto più che non sarà la paura della morte a fermarli, le minacce e gli ostacoli. Loro scappano da morte certa, non sarà la morte probabile a fermarli. E negli anni l’esodo aumenterà progressivamente, a causa anche dei cambiamenti climatici.
Il fenomeno ha radici lontanissime: dal periodo coloniale noi stiamo saccheggiando le loro risorse, affamando la loro popolazione, arricchendo i loro dittatori, inaridendo terreni.
Le nostre multinazionali costringono i contadini del Sud del mondo a vendere le terre dedicate al mercato locale, per produrre per l’esportazione.
Da secoli sfruttiamo manodopera malpagata a zero vincoli ambientali. Tutto, per proteggere il nostro intoccabile stile di vita, per riempire gli scaffali dei nostri supermercati.
Da decenni traffichiamo armi alle petroldittature che sostengono il terrorismo (come l’Arabia Saudita), perchè sia salvo il nostro diritto a usare petrolio (e derivati) a piacimento.
Ma non staremo tranquilli costruendo muri, lasciandoli affogare in mare, lasciandoli torturare a casa loro, chiudendo porti e porte, alzando barriere e fili spinati.
La protesta, l’ondata, la rabbia, il dolore dei poveri sarà immane e ci sommergerà .
In fondo, sono loro la maggioranza della popolazione mondiale. Dovremo prima o poi farci i conti.
L’unico modo per governare questo fenomeno è smetterla di vendere armi ai paesi in guerra, smetterla di fare accordi con paesi dittatoriali per rispedirgli indietro i migranti.
Impegnarsi a creare corridoi umanitari per chi scappa da fame, guerra, disastri ambientali, integrarli nella nostra società , con pieni diritti, scuola e lavoro regolare, servizi minimi gratuiti e garantiti.
Come dice l’Inps, abbiamo bisogno del lavoro regolare e dei contributi dei migranti.
Dobbiamo aiutarli a casa nostra e a casa loro.
Rinnegare un’economia di morte e schiavitù, sostenere con i nostri acquisti il commercio equo, i microprogetti di cooperative nei paesi poveri, boicottando tutte quelle imprese che sfruttano la manodopera e devastano l’ambiente.
Solo quando noi, il 20% della popolazione mondiale, consumatori e saccheggiatori incalliti, sapremo farci carico delle nostre responsabilità (attuali e passate), potremo aiutarli davvero, a casa nostra e a casa loro, con rispetto reciproco.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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