I PALETTI DI BERLUSCONI E BERSANI: “NON TI FAREMO CADERE, MA DEVI CONSULTARCI SU TUTTO”
MONTI: “HO BISOGNO DI TUTTI, MA SIATE PIU’ CHIARI”
Due ore a pranzo con Berlusconi e Gianni Letta. Altre due ore e mezza, la sera, con Pier Luigi Bersani.
Mario Monti, dopo gli sbandamenti sull’articolo 18 e le liberalizzazioni, dopo la polemica con il suo precedessore (che l’aveva definito «disperato»), prova a serrare i bulloni della maggioranza in vista della fase due, quella dedicata alla crescita e alla riforma del lavoro.
«Per andare avanti – chiarisce infatti il premier incontrando il Cavaliere – abbiamo bisogno di tutti, anche del Pdl. Soprattutto in questa situazione. Quindi mi dica chiaramente cosa pensa, siamo qui per questo».
E Berlusconi, abbandonando i propositi bellicosi, si mostra molto disponibile. Anzitutto smentisce di aver mai detto di voler «staccare la spina» al governo.
«Non è vero che ho minacciato la crisi, sono stati i giornali a distorcere le mie parole. Non voglio mettervi i bastoni fra le ruote in alcun modo. Anzi – ripete il leader del Pdl – noi riponiamo grande fiducia in voi e pensiamo che possiate andare avanti fino alla fine della legislatura».
Terminato l’incontro con Monti, alla quale partecipa anche Antonio Catricalà , il Cavaliere si trasferisce quindi in un locale dei Parioli per un brindisi con gli eurodeputati.
E ai suoi illustra il nuovo «metodo» suggerito al premier. «Troveremo il modo di discutere con il Governo i futuri provvedimenti in modo che gli stessi possano arrivare in Parlamento avendo avuto un nostro accordo precedente, così che l’itinerario parlamentare possa essere più agevole».
È l’idea di una “cabina di regia” per condizionare dall’esterno Monti.
«Credo sia importante che il governo – spiega infatti Berlusconi – possa approfondire i temi con i segretari dei partiti ma anche con i capigruppo ».
A sera, altro giro di spumante con i senatori e la posizione si fa quasi minacciosa: «Ci deve essere una consultazione preventiva prima dei provvedimenti altrimenti non ci staremo. Non prendiamo più niente a scatola chiusa».
E se la linea continuerà a essere quella vista finora, Berlusconi evoca di nuovo le elezioni anticipate.
«Se i sondaggi ci dicessero che possiamo vincere anche da soli – e questo è possibile se il governo continuasse con questa imposizione fiscale e se la sinistra e i sindacati continueranno sulla linea dello scontro – in questo caso si potrebbe andare alle elezioni. Noi siamo gli arbitri di questa situazione».
Ma sembrano discorsi fatti più per galvanizzare truppe allo sbando che veri propositi di guerra.
Se Berlusconi pretende di essere «consultato» in via preventiva, la posizione di Bersani è opposta.
«Il regista ce l’abbiamo già , lasciamo stare la cabina», taglia corto il segretario del Pd dopo aver visto il Professore.
«Il Pd – spiega Bersani riassumendo il contenuto del faccia a faccia – intende confrontarsi con lealtà , ma intende rendere chiari quelle che sono le sue idee, con lealtà e trasparenza».
Insomma, il discorso del segretario al capo del governo contiene il preannuncio di una maggiore libertà di manovra per il futuro. «Leali ma liberi di criticare, anche perchè i nostri elettori si aspettano da noi un discorso di verità ».
A Monti Bersani ha anche posto un altolà sull’articolo 18, suggerendo invece alcuni «driver» per aiutare la crescita senza spendere troppo: dall’ambiente all’efficienza energetica fino a un allentamento del patto di stabilità interno per dar modo ai comuni di finanziare subito piccole opere pubbliche.
Su una cosa Berlusconi e Bersani si sono comunque trovati d’accordo e l’hanno detto che con parole simili a Monti: il governo lasci alle forze politiche il tema delle riforme.
Il Cavaliere pensa che sia «un gran bene» se «il sostegno delle forze che ora appoggiano il governo può essere utilizzato per le riforme istituzionali ».
E anche Bersani, nelle due ore spese a palazzo Chigi, invita il governo a lasciare ai partiti l’agenda delle riforme.
Pessimo segnale sarebbe infatti se la politica dovesse ricorrere ai tecnici anche per autoriformarsi.
Dopo le feste ci sarà quindi un incontro dei segretari ABC (Alfano-Bersani-Casini) per iniziare la discussione nel merito.
Con i faccia a faccia a palazzo Chigi (giovedì sarà la volta di Casini, venerdì di Alfano insieme ai capigruppo Pdl), Monti intende consolidare la sua maggioranza.
Un impegno necessario di fronte all’aggravarsi della crisi e al prezzo che dovrà ancora pagare il paese.
«A Marzo – spiega il capogruppo Pdl a Bruxelles Mario Mauro – il Parlamento italiano dovrà ratificare il nuovo accordo voluto da Merkel e Sarkozy. E l’articolo 4 obbliga l’Italia a ridurre ogni anno di un ventesimo il debito pubblico fino alla soglia del 60%. Questa follia ci impone di fare una manovra da 46 miliardi di euro per i prossimi 20 anni. Qualcuno se n’è accorto?».
Francesco Bei
(da “La Repubblica“)
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