I PARA’ DELLA FOLGORE IN MISSIONE UMANITARIA A BANGUI, IN CENTRAFRICA
OBIETTIVO SOSTENERE LA POPOLAZIONE DECIMATA DAGLI SCONTRI
Nel 2005, nell’operazione Nilo – ultima missione militare italiana in Africa – con i Caschi blu, in Sudan, c’erano i paracadutisti del 183° reggimento Nembo.
A distanza di quasi dieci anni i nostri parà sono nuovamente tornati nel Continente africano. Questa volta sono uomini (e donne) della Folgore.
Fanno parte della Forza europea dal 15 giugno schierata a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana: 750 militari comandati dal generale francese Philippe Pontiès.
«L’obiettivo è creare le condizioni per aiutare la popolazione decimata dagli scontri che hanno causato migliaia di morti e costretto alla fuga oltre un milione e trecentomila persone» spiega il tenente colonnello Mario Renna, portavoce del Contingente multinazionale.
Perchè dal 2013 il Paese, ex colonia francese, è martoriato dall’ennesima guerra civile che questa volta contrappone i musulmani Seleka ai cristiani delle milizie «anti-balaka».
Combattono per il controllo delle miniere immensamente ricche di rame, oro, diamanti.
A colpi di Kalashnikov e balaka: mitra e machete.
Tragico il bilancio, incerta la contabilità .
Perchè lo stillicidio di violenze e uccisioni è pressochè quotidiano: tre giorni fa a nord della capitale due fazioni rivali si sono fronteggiate e sul terreno sono rimasti in 17.
Il 22 agosto negli incidenti scoppiati nei quartieri a maggioranza musulmana di Bangui hanno perso la vita otto persone tra cui un volontario della Croce rossa, trenta i feriti.
A gennaio migliaia di musulmani erano stati costretti a fuggire da Bossangoa, Bozoum, Bouca, Yalokè, Mbaiki, Bossembele, città nella parte occidentale del Paese.
Mentre a Yalokè, importante centro minerario, dei trentamila musulmani che l’abitavano ne restano cinquecento, sette le moschee distrutte. In meno di un mese.
Il conflitto ha indotto Onu e Consiglio europeo a decidere l’intervento di «peacekeeping» nella regione – una delle più povere dell’intera Africa, flagellata da carestie, malaria, lebbra – per consentire l’invio degli aiuti umanitari.
L’Italia ha aderito alla spedizione completando ieri lo schieramento dell’8° reggimento Genio guastatori Folgore: i «baschi rossi» garantiranno la mobilità dell’intera operazione, bonificheranno residuati bellici, realizzeranno alcune importanti opere civili tra cui un ponte finanziato dall’Unione europea.
Missione ad alto rischio che è già costata la vita a due parà francesi coinvolti in uno scontro a fuoco. «I nostri uomini utilizzeranno veicoli blindati Lince dotati di torretta Hitrole, recentissimo sistema d’arma in grado di garantire la massima protezione agli equipaggi» sottolinea Mario Renna, ufficiale della Taurinense “prestato” al Quartier generale di stanza a Bangui.
La missione si concluderà a fine anno.
Poi al blu dell’Unione europea subentrerà quello della missione Onu.
Roberto Travan
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