I PATRIOTI EUROPEI DELLA GEO BARENTS SALVANO 45 MIGRANTI FINITI IN ACQUA, QUELLI DI EMERGENCY NE HA SOCCORSI ALTRI 71
OVVIAMENTE MANDATI NEI PORTI PIU’ LONTANI DAI CATTOLICISSIMI GOVERNANTI ITALIACI, COSI’ SOFFRONO ANCORA QUALCHE GIORNO
Nella notte la Geo Barents, la nave di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere, ha soccorso 75 persone, tra cui donne e bambini nel Meditteraneo. Viaggiavano su una barca in vetroresina sovraffollata che si è rovesciata. Circa 45 persone sono cadute in acqua. “Ora sono tutti e tutte in salvo e si stanno riprendendo a bordo – fa sapere la ong – Alcuni sono deboli e sotto shock”.
Si tratta della terza operazione di salvataggio portata a termine da Geo Barents. Ieri mattina Geo Barents aveva fatto un primo soccorso, salvando 28 persone. Poco dopo la nave di Msf si era diretta verso una seconda imbarcazione, che aveva 143 persone a bordo. In questo secondo caso ci sono state due ore di tensione con la Guardia costiera libica. Adesso a bordo della nave Ong ci sono in tutto 246 persone.
Alle 22.00 di ieri sera, 16 marzo, la Life Support ha concluso le operazioni di soccorso di un’imbarcazione in difficoltà nella zona SAR maltese. A bordo erano presenti 71 persone alla deriva nel Mediterraneo centrale, adesso tutte a bordo della Life Support.
“Abbiamo ricevuto ieri pomeriggio una segnalazione di Alarm Phone di una barca in difficoltà a circa 30 miglia di distanza da noi – ha dichiarato Domenico Pugliese, comandante della Life Support di Emergency -. A causa del buio abbiamo impiegato circa tre ore per individuarla e a raggiungerla. Abbiamo subito iniziato le operazioni di soccorso e portato a bordo della Life Support 71 persone, che sono state condotte nell’area coperta della nave dove lo staff medico ha iniziato le visite”.
I naufraghi erano partiti dalla città libica di Tajura, a una dozzina di chilometri da Tripoli, alle 22 di venerdì 15 marzo; avevano già passato quindi 24 ore in mare su un’imbarcazione di legno con motore non funzionante e pericolosamente sbilanciata da un lato. “Le persone navigavano su un’imbarcazione di legno bianca con motore non funzionante, e che era pericolosamente sbilanciata da un lato – racconta Jonathan Naní La Terra, SAR Team Leader -. Non appena abbiamo avvistato l’imbarcazione abbiamo subito messo in acqua il gommone con il team di soccorritori, abbiamo stabilizzato con i giubbotti salvagente, e messo in sicurezza i naufraghi”. I naufraghi sono originari del Bangladesh, dell’Egitto e dell’Eritrea, tutti – come specifica la nota di Emergency – paesi colpiti da instabilità politica ed economica e povertà. Tra loro ci sono una donna e tre minori, di cui due non accompagnati.
“Ci stiamo prendendo cura dei naufraghi dal punto di vista sanitario – ha commentato Paola Tagliabue, dottoressa a bordo della Life Support -. Al momento non ci sono urgenze mediche; abbiamo già individuato dei casi di disidratazione e persone con lesioni cutanee”.
Dopo il soccorso la Life Support ha ricevuto segnalazione di un’altra imbarcazione da parte del MRCC (Maritime Rescue Coordination Centre) italiano. Nonostante l’imbarcazione fosse segnalata a poche miglia di distanza, la ricerca ha avuto esito negativo. La Life Support ha chiesto di poter prolungare le ricerche ricevendo risposta negativa e l’indicazione di procedere verso il POS (place of safety) assegnato, Ravenna, a quattro giorni di navigazione.
“Stiamo navigando verso il posto sicuro assegnatoci dalle autorità, il porto di Ravenna, che dista quattro giorni di navigazione dal luogo in cui abbiamo effettuato il soccorso. Un porto molto lontano che obbliga persone già provate a seguito di un lungo viaggio, in condizioni difficili, a trascorrere altri giorni in mare, anziché essere sbarcate il prima possibile”, conclude Naní La Terra. La nave di Emergency effettua missioni nel Mediterraneo centrale, la rotta migratoria più pericolosa al mondo, dal dicembre 2022. In diciassette missioni, ha salvato 1.342 persone.
(da Fanpage)
Leave a Reply