I SENZA.VOTI VOGLIONO I SOLDI: 30 PARTITI PER IL 2 PER MILLE
LA SPARTIZIONE DI 30 MILIONI DI EURO… IL CASO ROTONDI: E’ DEPUTATO FDI MA E’ CAPO DELLA DC
Sarà pur vero che l’astensionismo dilaga, ma a quanto pare il 2xmille fa sempre più gola: nel 2025 saranno infatti ben 30 i partiti politici in lizza per contendersi la quota Irpef del 730 dei contribuenti italiani. Una vasta offerta che va dal Pd a Fratelli d’Italia, dal Movimento 5 Stelle a Forza Italia, dalla Lega 1 e 2 (quella per Salvini premier e il Carroccio) a Italia dei Valori che fu di Antonio Di Pietro. Eppoi Italia Viva di Renzi, Azione di Calenda, i Verdi, Sinistra Italiana, i Moderati di Lupi, Coraggio Italia del sindaco di Venezia Brugnaro, Radicali, Socialisti e chi più ne ha più ne metta. Compresi gli autonomisti di ogni specie o quasi, dai Valdostani della Stella Alpina, ai Tirolesi del Südtiroler Volkspartei o i trentini di Campobase. E che dire di Sud Chiama Nord di Cateno De Luca, il Movimento Associativo Italiani all’Estero o l’Unione Sudamericana Emigrati Italiani? Tutti pronti a sfidarsi in questa sfida per accaparrarsi gli elettori se non alle urne almeno dal commercialista.
E allora pronti, partenza, via! Con alcune novità rispetto al passato. La prima è la seguente: nella prossima dichiarazione dei redditi gli italiani potranno scegliere anche la DC anche se non proprio quella originale. Gianfranco Rotondi, benchè eletto con Fratelli d’Italia, ha infatti ottenuto l’iscrizione della sua creatura (Democrazia Cristiana con Rotondi) al registro dei partiti che spalanca le porte alle detrazioni fiscali e al 2Xmille. Niente da fare invece per Stefano Bandecchi a cui, da questo punto di vista, il Natale non riserva doni ma solo carbone. Per essere ammessi ai benefici di legge, ossia le detrazioni fiscali e la destinazione del 2xmille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, è necessario infatti un doppio requisito, ossia l’iscrizione al registro dei partiti ma anche la presenza di un rappresentante in Parlamento. Per questo la Commissione di garanzia degli statuti e per la trasparenza e il controllo dei rendiconti politici ha rigettato la richiesta di Alternativa Popolare di Bandecchi ma non solo: fuori dai giochi anche i Liberali Democratici Europei (il Libdem di Oscar Giannino e Sandro Gozi), il Patto per l’Autonomia (attivo in Friuli-Venezia Giulia), Rassemblement Valdotaine e il Süd-Tiroler Freiheit, il partito fondato da Eva Klotz nel 2007 al grido “il Sud Tirolo non è Italia”.
Ma il 2025 comunque non delude: i 30 partiti ammessi sono una cifra record se si pensa che nel 2014, il primo anno dopo la legge sulla progressiva abolizione del finanziamento pubblico, i partiti ammessi al nuovo regime erano stati appena 12. L’anno successivo erano già 19, anche se la sperimentazione del 2xmille non aveva dato grandi soddisfazione: in quell’anno fiscale infatti circa 1 milione di contribuenti aveva opzionato uno dei partiti in lizza con il risultato che il due per mille aveva portato in totale nelle loro casse appena 2,7 milioni di euro. Nel 2023 i contribuenti che hanno effettuato la scelta sono saliti a 1,7 milioni (rispetto ai 41 milioni di contribuenti totali): fatto sta che la torta del 2xmille da spartire è salita a quota 24 milioni e il 2025 sarà ancora più ricca anche se le fette, come di consueto, non saranno tutte uguali.
Nel 2023 (redditi 2022) il Pd è stato scelto da circa 530 mila contribuenti per un incasso pari a 8,1 milioni di euro (33,74% del totale delle risorse) seguito da Fratelli d’Italia con 348 mila contributi per un totale di 4,8 milioni di euro, terzo classificato con 1,8 milioni di euro di incasso il Movimento 5 Selle e a seguire tutti gli altri per un totale assegnato di 24 milioni rispetto a un tetto fissato a 25 milioni di euro. In previsione di un ulteriore incremento delle opzioni rispetto alle dichiarazioni dei redditi del 2024, il decreto fiscale approvato recentemente in Parlamento ha incrementato il tetto a circa 30 milioni. Questo dopo il tentativo di mettere le mani anche sull’inoptato che avrebbe fruttato alle casse dei partiti in un colpo oltre 40 milioni di euro. Blitz sfumato per il niet del Quirinale.
(da ilfattoquotidiano.it)
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