I SOVRANISTI FRANCESI INSORGONO PER LA POSSIBILE ESIBIZIONE DELLA FRANCO-MALIANA AYA NAKAMURA ALLA CERIMONIA INAUGURALE DELLE OLIMPIADI DI PARIGI: “NON CI RAPPRESENTA”
LA POPSTAR, CHE È LA CANTANTE FRANCOFONA PIÙ ASCOLTATA AL MONDO, AVREBBE GIA’ PARLATO CON MACRON PER INTERPRETARE UN BRANO DI EDITH PIAF
È bastata un’indiscrezione trapelata a mezzo stampa (e non ancora confermata) per mandare su tutte le furie l’estrema destra francese: secondo il settimanale L’Express, a febbraio la cantante franco-maliana Aya Nakamura avrebbe parlato con il presidente Emmanuel Macron di una sua possibile performance alla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Parigi, che si terrà questa estate sulla Senna. Inaccettabile per i patrioti d’oltralpe, che all’idea di veder rappresentato il proprio Paese in mondovisione da un’artista nata 28 anni fa a Bamako e cresciuta nella banlieue parigina sono insorti in difesa delle tradizioni e dei costumi nazionali.
Poco importa se Nakamura è considerata dai media transalpini come la cantante francofona più ascoltata al mondo, tanto più che l’artista potrebbe interpretare un brano di Edith Piaf, figura simbolo della chanson d’autore (anche se i presunti nazionalisti forse dimenticano che la cantautrice scomparsa nel 1963 era figlia di Line Marsa, nata a Livorno da padre francese e madre di origini italiane e berbere).
Ma dalle tante reazioni circolate sui social al momento l’unica vergogna è l’ondata di razzismo e odio che ha travolto Nakamura.
Su X (ex Twitter) il gruppo di estrema destra Les Natifs (I Nativi, in italiano) ha pubblicato la foto di alcuni militanti che sulle rive della Senna mostrano uno striscione con scritto «Non c’è modo Aya. Questa è Parigi, non il mercato di Bamako». L’immagine è stata accompagnata da una nota nella quale si denunciava «l’africanizzazione» del Paese, sostenendo che «i francesi hanno il diritto di essere rappresentati da artisti conformi alla loro cultura».
«Potete essere razzisti ma non sordi… È questo che vi fa male», ha reagito via social Nakamura, che ha ricevuto il sostegno di molti colleghi e di una sparuta parte del mondo politico e istituzionale (l’Eliseo ieri sera non aveva ancora reagito e la ministra della Cultura Rachida Dati non ha voluto rilasciare dichiarazioni in merito).
«Se ne freghi», le ha consigliato in un tweet la ministra dello Sport Amélie Oudéa-Castéra, mentre alcuni esponenti di sinistra hanno denunciato gli attacchi xenofobi. Gli organizzatori dei Giochi si sono detti «scioccati» per gli «attacchi razzisti» contro l’artista, evitando però di commentare le indiscrezioni su una sua eventuale partecipazione alla cerimonia inaugurale.
(da agenzie)
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