I VERDI VICINI ALL’INTESA CON URSULA PER L’OK ALLA SUA RIELEZIONE: “LA COSA IMPORTANTE È COSTITUIRE UNA MAGGIORANZA SENZA L’ECR, IN MODO CHE VON DER LEYEN NON ABBIA PRESSIONI PER CONCEDERE QUALCOSA AI CONSERVATORI”
I VERDI HANNO 53 VOTI CHE PERMETTEREBBERO A URSULA DI EVITARE IL TRAPPOLONE DEI FRANCHI TIRATORI, CHE POTREBBERO ESSERE 40-50… IL COPRESIDENTE DEI VERDI, BAS EICKHOUT, SPINGE PER TENERE FUORI GIORGIA MELONI: “NON CI DEVE ESSERE COOPERAZIONE STRUTTURALE TRA LA PRESIDENTE E L’ECR”
La presidente designata della Commissione, Ursula von der Leyen, uscendo dall’incontro con i Verdi al Parlamento europeo, ha commentato con un sintetico «bene». Ma il sorriso fin troppo evidente alcuni minuti dopo dei due copresidenti, Bas Eickhout e Terry Reintke, ha fatto capire che era andata davvero così: «Uno scambio molto costruttivo sulle priorità che abbiamo presentato, a partire dal Green Deal, che von der Leyen ha riconfermato».
La presidente non ha ancora in tasca i 53 voti dei Verdi che le servono per mettere in sicurezza la sua rielezione il 18 luglio a Strasburgo, ma è sulla buona strada. Tutto dipenderà dalle linee programmatiche che von der Leyen presenterà la prossima settimana e dal discorso che pronuncerà in plenaria, ma l’obiettivo dei Verdi è garantire un sostegno a livello di gruppo, che sarebbe molto più solido.
Ed è questo che hanno lasciato intendere: «La cosa importante è che costituiamo una maggioranza senza l’Ecr, in modo che von der Leyen non abbia pressioni affinché conceda qualcosa ai conservatori», ha chiarito Reintke.
Però «niente è ancora chiuso, decideremo giovedì», si è affrettato a mettere le mani avanti Eickhout, che ha tuttavia espresso soddisfazione per l’ordine scelto dalla presidente per incontrare i gruppi, con buona pace di una parte del Ppe che non vorrebbe alcun appoggio dai Verd
«Dobbiamo avere chiarezza sul fatto che non c’è cooperazione strutturale tra la presidente e l’Ecr», ha aggiunto Eickhout. Von der Leyen è intenzionata a lasciare aperta ogni opzione che preveda il sostegno di partiti pro Ue, pro Ucraina e pro Stato di diritto e dunque non rifiuterà l’aiuto, se arriverà, di Fratelli d’Italia o dei belgi di N-Va o del partito Ods del premier ceco Fiala, che ha votato per lei anche al Consiglio europeo.
Il voto in plenaria è a scrutinio segreto e questo fa una grande differenza. Ma «non votarla getterebbe l’Ue nell’instabilità e sarebbe un regalo a Orbán», avvertono dal Ppe. Per essere rieletta von der Leyen ha bisogno di 361 voti su 720: la maggioranza che la sostiene — popolari, socialisti e liberali — vale 401 deputati (Renew è salita a 77 e ora dista di un solo deputato dai conservatori dell’Ecr di Meloni).
I franchi tiratori saranno, secondo i calcoli 40-50. La Sinistra e il nuovo partito dei Patrioti per l’Europa hanno già annunciato che voteranno contro. […] Intanto ieri si è formato il nuovo gruppo di «impresentabili» dell’estrema destra «L’Europa delle nazioni sovrane» attorno al partito Alternativa per la Germania: 25 deputati di 8 Paesi […] Oltre all’AfD ne fanno parte Mi Hazánk (Nostra Patria, Ungheria), Rinascita (Bulgaria), Konfederacja (Polonia), Republika (Slovacchia), Reconquête (Francia), Unione di popolo e giustizia (Lituania), Spd (Rep. Ceca).
(da agenzie)
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