IL CAZZARO NEONAZISTA CHE CHIEDE I DOCUMENTI E POI AGGREDISCE UNA RAGAZZA COLOMBIANA CON LO SPRAY URTICANTE
RIESCE PURE A SPRUZZARSELO ADDOSSO E LA RAGAZZA LO PRENDE A SBERLE… FATEGLI UN TSO E IMBARCATELO SU UN GOMMONE PER LA LIBIA
Questo è il racconto di quanto avvenuto a La Spezia la notte scorsa, nel resoconto di un amico testimone del fatto. e regolarmente denunciato in Questura.
Verso le 2 e 30 ero in piazza Brin con un’amica colombiana. Non ci telefoniamo mai, non programmiamo mai appuntamenti perchè ci piace incontrarci per caso.
E quando capita d’incontrarsi è sempre bello perchè lei è un fiore e sorride sempre e fa sempre sorridere anche me perchè ha qualcosa nel sangue che solo chi è nato ai tropici ha. Una cosa bella, insomma.
Tornavo a casa, ci incontriamo, e trascorriamo qualche ora a zonzo. Passiamo davanti alla fontana della piazza e la guardiamo.
Il totem illuminato nel buio è veramente bello. L’osserviamo, poi provo a fotografarlo e ci perdiamo a studiare varie inquadrature. La piazza è deserta. Noi e la fontana.
Si avvicina un ragazzo sbucato dal nulla e si rivolge a lei. -Ce li hai i documenti?-, chiede alla mia amica.
Lo guardo. E’ bianco, giovanissimo, coi capelli biondi. Non è certamente un agente. Veste di scuro. Non presenta nè distintivi nè si qualifica, e continua a ripetere guardandola: -Ce li hai i documenti?-
Lei non capisce e non sa cosa fare. Capisco che è interessato solo a lei, a me non fa caso, e quindi capisco la situazione: mi dico che sarà un tipico provocatore o qualcosa del genere, perchè la ragazza ha la pelle color ebano mentre io purtroppo no. Vedo che lui ha qualcosa in una mano, stretta e nascosta dentro a un pugno.
Bisogna sempre guardare le mani, prima gli occhi e poi le mani, se non si sa chi è. Non capita tutti i giorni grazie a Dio, ma quando capita, dopo aver guardato, se non mi piace mi allontano.
Stavolta no, stavolta non conosco la situazione e voglio capirla.
-Cos’hai nella mano?-, gli domando facendo l’atto di toccarla per vedere se lui reagisce, mentre con l’altro braccio tento di allargare la distanza tra lui e lei.
Capisco che se posso azzardare queste domande e fare gesti senza che lui reagisca, non è uno mica tanto convinto. La cosa m’intristisce ancora di più.
-Cos’hai nella mano?-, ripeto, e lui la nasconde stringendo il pugno. Lo spingo. -Vai via.- Lei si arrabbia perchè si sente offesa e sbraita cosa vuoi, chi sei. Lui non se ne va.
Tiro via lei, attraversiamo la strada, perchè in fin dei conti potrebbe avere di tutto in mano, un coltello o chissà cosa, e quelli come lui che si vede che non sanno ciò che vogliono sono i più pericolosi di tutti, perchè sono imprevedibili.
Lui estrae quello che ha nella mano, è uno spray urticante e ce lo scarica addosso. Volto la testa, non mi prende, ma a lei sì.
-Non ci vedo, non ci vedo.-, urla. Lui è indeciso se infierire o scappare. Lo guardo mentre tiro via lei, e m’accorgo che è stato maldestro perchè s’è contaminato un occhio spruzzandosi da solo.
E’ lì davanti a noi come un bimbo che si strofina le ciglia. Penso a quanto sia complicato il mondo. Lei lo spinge alla cieca, io tiro lei, lui le affonda dei pugni, io lo spingo.
E’ una colluttazione veloce, perchè le colluttazioni sono sempre veloci quando ci sei dentro, non vedi niente e non capisci niente, senti solo colpi ma in realtà non li senti perchè più li senti e più la forza aumenta per uscirne.
Bisogna solo uscirne. Ne usciamo.
-Perchè fai questo? Non ti abbiamo fatto niente.-, chiedo per vedere se si esprime. Lui attraversa la strada, fa per andarsene, e andandosene finalmente si dichiara alzando il braccio destro e urla: -Heil Hitler!- sotto le magnolie e si dilegua
Giuro che ho pensato all’istante a un film di Lizzani che si chiama “San Babila ore venti, un delitto inutile”
Neanche uno coi coglioni ci hanno mandato, penso, ma un ragazzino neanche capace di spruzzare.
Che oltretutto le ha anche prese, perchè la mia amica colombiana non solo è un fiore nero, ma tira certe sventole. Al prossimo che dirà che Piazza Brin è un posto pericoloso gli dirò di sì, perchè ci sono quelli dell’Illinois.
Ringrazio la poliziotta di turno, M., meravigliosa. Ce ne fossero.
Vorrei incontrarlo di nuovo questo ragazzo, diventarci amico, magari berci una birra insieme e raccontargli chi era Hitler.
Buongiorno, speriamo.
Francesco
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