IL CENTRODESTRA SI SCAVA LA FOSSA: URNE A RISCHIO CAOS CON LA PIOGGIA DI RICORSI
LA REGIONE LAZIO SOLLEVA “CONFLITTO DI ATTRIBUZIONE” DAVANTI ALLA CORTE COSTITUZIONALE: ORA SI RISCHIA DI VOTARE PER POI VEDERE ANNULLATE LE ELEZIONI… ALTRE LISTE ESCLUSE ORA CHIEDONO DI RIENTRARE… E NEL CENTRODESTRA PERDERE 8 A 5 SAREBBE GIA’ UN SUCCESSO
Anche Tafazzi ormai è diventato trasversale: il gusto di farsi del male è entrato a pieno titolo nella “casa del grande bordello”, una competizione elettorale regionale è diventata un circo Barnum bipartisan tra panini, segni per terra che designano le zone rosse come al G8, timbri ovali o tondi, autentiche vere e presunte, firme che appaiono e scompaiono, fino al libretto di Miao miao delle istruzioni per l’uso e l’abuso.
Chi pensava che una legge fosse fatta per fissare dei criteri, ora sa che necessita, come per il digitale terrestre, del libretto delle istruzioni per “interpretarla”.
Il cittadino che incorre in un errore formale, che ritarda un pagamento, che dimentica i termini di scadenza di un ricorso, cade nel tritacarne delle sanzioni, delle punizioni e della perdita dei diritti.
Non si può appellare a una “interpretazione favorevole”, magari sostenendo che “non può essere privato” del diritto a competere con gli altri ad armi pari. Vi sono decine di liste, sparse in tutta la penisola, che rimarranno fuori dalle elezioni regionali del 28 e 29 marzo: dai radicali al Nuovo Psi, da Sinistra e Libertà a Forza Nuova, dal Partito comunista dei Lavoratori all’Udeur.
Ma la “interpretazione” varrà anche per loro?
Pare di no, fermo restando che avremo un’altra gittata di ricorsi e controricorsi.
C’è chi infatti ha sollevato la questione dell’incostituzionalità del decreto, in quanto la legge 400 del 1988 che regola la decretazione di urgenza fa divieto di usare il decreto “in materia elettorale”.
Altra questione di incostituzionalità è quella sollevata dalla Regione Lazio per”conflitto di attribuzione”, ovvero il governo non è competente ad intervenire su leggi elettorali regionali che, in base a una sentenza della Corte costituzionale, spettano solo e soltanto alle amministrazioni locali.
La riforma costituzionale del 2001 infatti assegna loro la potestà legislativa in materia.
In pratica il governo non aveva titolo per intervenire. E visto che è la Corte Costituzionale ad aver fissato questo principio, pare difficile che si possa smentire da sola.
A questo punto può accadere che, dopo aver votato, le elezioni in Lazio siano dichiarate illeggittime e si debba tornare a votare ancora.
Valeva la pena? Non era meglio attendere le sentenze del Tar che avrebbero sicuramente ristabilito la situazione in Lombardia, così come è stata ammessa la Polverini con la sua lista?
Certo il Pdl sarebbe rimasto escluso dal Lazio, ma che problema c’era?
Gli elettori di centrodestra avrebbero potuto far convergere i voti sulle liste collegate alla Polverini.
D’altronde se non si è saputo neanche presentare la lista nella forma e nei termini stabiliti, si poteva chiedere scusa e amen, invece che manomettere il giocattolo e rimediare una figura da mentecatti.
Non a caso quasi il 70% degli italiani la pensa così, quindi almeno un 20% di costoro provengono dalle file del centrodestra.
Ora si mettendo questi elettori di fronte agli sberleffi degli avversari, pensate che non si incazzino?
Negli ambienti del Pdl in queste ore non a caso c’è chi metterebbe una firma per perdere le regionali 8 a 5, altro che 11 a 2 a favore, come ci si vantava fino a pochi mesi fa.
L’elettore di centrodestra incazzato non vota a sinistra, se ne sta a casa: infatti la percentuale degli astenuti toccherebbe il 40%, ovvero il 10% in più delle scorse elezioni.
Sarebbe servito un colpo d’ala, un po’ di umiltà , il “chiedere scusa”, altro che continuare con arroganza a parlare di chi vuole vietare agli elettori di centrodestra di esprimersi.
L’avete impedito voi, con le vostre cazzate, a questi elettori di poter mettere una croce sul simbolo del Pdl, avete incasinato tutto voi, i “padreterni”, i “sotuttoio” del centrodestra italico.
Comodo adesso scaricare sui poveri cancellieri del tribunale le vostre responsabilità e sperare di rifarvi una verginità .
Sarebbe bastato abbassare i toni, invece di starnazzare teorie che non stanno nè in cielo nè in terra.
Mai visto chi è in testa scavarsi la fossa da soli
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