IL CONGRESSO FANTASMA CHE AGITA LA LEGA: “SOSPESA LA DEMOCRAZIA INTERNA”
SALTA IL VOTO PER LA SEGRETERIA DELLA LOMBARDIA E VENGONO TAGLIATI FUORI I NUOVI ISCRITTI
Le acque in casa Lega tornano ad essere agitate. Mentre si prepara il raduno a Pontida per il 21 giugno, scintille sono legate alla scelta del nome che dovrà succedere a Matteo Salvini alla guida della segreteria nazionale (ovvero, regionale): un posto vacante dal dicembre 2013, quando il leader leghista si dimise dal ruolo in Lombardia dopo aver sconfitto Umberto Bossi alle primarie.
Più di un mugugno emerge ora tra i lumbard quando la scorsa settimana, con appena due settimane di anticipo, è stata fissata la data del congresso bresciano da dove sarebbe dovuto uscire il nome del nuovo segretario lombardo.
Nemmeno una settimana dopo la sua convocazione l’appuntamento è stato annullato.
Colpa della spaccatura interna sul nome da sostenere.
Una divisione anche bergamasca: la maggior parte dei 70 delegati orobici spingeva per Paolo Grimoldi, deputato, un’altra corrente per il capogruppo del Carroccio al Pirellone, Massimiliano Romeo.
Entrambi salviniani e brianzoli, ma che incrociano sensibilità diverse: Grimoldi è sostenuto da chi, parlamentari in primis, si pone tra Roberto Maroni e lo stesso Salvini. Romeo da chi gravita al Pirellone.
A partire dall’assessore all’Ambiente Claudia Terzi, ma c’è anche il parlamentare Nunziante Consiglio.
La divisione ricalca quella che in passato hanno segnato anche il congresso provinciale.
Il problema è che per candidarsi ufficialmente serviva almeno un centinaio di firme tra i 600 delegati convocati per domenica: Grimoldi ce l’ha fatta ampiamente, Romeo è arrivato alla metà del quorum.
Da qui la scelta da parte dei vertici – che viene riletta da alcuni con la volontà di evitare uno smacco alla colonna leghista in Regione – di rinviare il congresso a data da destinarsi, con Grimoldi che nell’attesa è stato eletto commissario.
Apriti cielo. La polemica viaggia anche in Rete.
Molti avrebbero preferito un confronto aperto.
L’ex sindaco di Ponteranica, Cristiano Aldegani, ancora prima della notizia del commissariamento, commenta su Facebook: «Se Romeo non è riuscito nemmeno ad avere le firme vuol dire che chi lo sosteneva non ha avuto abbastanza consenso sul territorio».
Molti propongono comunque di andare a Brescia per un’assemblea. «Spesso abbiamo fatto congressi con un unico candidato, era giusto il confronto».
Di fronte alla notizia del congresso cancellato, il capogruppo a Palafrizzoni, Alberto Ribolla, scrive: «Vergogna!».
Caustico il sindaco di Spirano, Giovanni Malanchini: «Abbiamo sospeso la democrazia interna».
Una situazione che si aggiunge ai malumori dei giorni scorsi per la modalità con cui era stato convocato l’election day: a votare sarebbero stati infatti solo i delegati eletti dalla base tre anni fa per partecipare al summit bergamasco di giugno 2012, che elesse proprio Salvini alla guida della Lega Lombarda appena due mesi dopo la «Notte delle scope». Praticamente un’epoca fa.
Una decisione che comunque ha di fatto tagliato fuori tutti i militanti, e che lascia perplesso soprattutto gli esponenti della «nuova Lega», impossibilitati a dire la loro. Escluso dal voto, per fare un esempio, Tony Iwobi, lo spiranese di origine nigeriana scelto da Salvini come responsabile dell’immigrazione del partito.
Fabio Spaterna
(da “il Corriere della Sera“)
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