IL DECRETO SUI RAVE CAMBIA COMPLETAMENTE: SARÀ APPLICATO SOLO AI RADUNI MUSICALI E DOVRÀ ESSERE CONCRETO IL PERICOLO PER LA SALUTE O L’INCOLUMITÀ PUBBLICA
GLI ORGANIZZATORI SONO PUNIBILI CON LA RECLUSIONE FINO A 6 ANNI
Il decreto sui rave sarà applicato solo ai raduni musicali non autorizzati. Escluse le feste, le manifestazioni e le occupazioni delle scuole. Perché la legge si applichi, oltre alla finalità di intrattenimento del raduno, deve essere concreto il pericolo per la salute o l’incolumità pubblica.
Devono essere presenti elementi specifici come la violazione delle norme di sicurezza o di igiene o la violazione delle norme sugli stupefacenti.
Gli organizzatori o i promotori del raduno sono punibili con la reclusione da 3 a 6 anni e la multa da mille a 10 mila euro e potranno essere intercettati.
Chi partecipa può essere punito solo per il reato di invasione di terreni o edifici che prevede la reclusione da uno a tre anni e una multa massima di circa mille euro. Riformulata la norma che prevedeva «la confisca obbligatoria delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato, integrando la previsione con l’aggiunta anche della confisca obbligatoria delle cose che del reato dovessero essere il prodotto o il profitto».
La precisazione prevista dall’emendamento sgombra i dubbi sull’applicazione della norma a ogni tipo di raduno. La prima stesura aveva causato molte polemiche proprio per il timore che si trattasse di una legge liberticida in grado di colpire anche le occupazioni legate alle emergenze di tipo abitativo o ai sit-in di protesta.
Il decreto era stato concepito dopo lo sgombero del rave party di Modena. La festa abusiva in un capannone abbandonato si era conclusa con la denuncia di 14 organizzatori e il sequestro di un sistema audio del valore di 150 mila euro.
(da agenzie)
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