IL DELIRIO DEL SINDACO DI ACQUI: AIUTI ALIMENTARI SOLO AGLI ITALIANI CHE RISIEDANO IN PAESE DA 10 ANNI
IL MONDO DEL VOLONTARIATO DICE NO: “LA DIGNITA’ NON HA COLORE E IL CRITERIO DELL’AIUTO E’ SOLO UNO, IL BISOGNO”
Bocciato, da cima a fondo e senza appello.
Perchè «ispirato a principi di esclusione e discriminazione, illegittimo, di efficacia trascurabile e anche mal formulato dal punto di vista tecnico».
Se stroncatura doveva essere non poteva essere più chiara di così quella del progetto «Un aiuto nel rispetto della dignità tricolore», ideato dall’assessore all’Assistenza di Acqui, Fiorenza Salamano.
A contestarlo, sette associazioni di volontariato, che già non avevano gradito l’idea in principio – distribuire aiuti alimentari agli acquesi in difficoltà economica e solo a loro, escludendo gli stranieri.
«Qui non è neppure razzismo ma il più ristretto localismo, visto che si discriminano pure gli italiani non residenti ad Acqui da abbastanza tempo, ossia meno di dieci anni – scrivono in una nota Tribunale del malato, Cittadinanza Attiva, Pensa, Movimento per la Vita, Agesci Acqui 1, Aido e Gva -. I requisiti non possono essere arbitrari, irrazionali, estranei alle finalità del servizio, altrimenti dovrebbero valere anche il numero di scarpe o il segno zodiacale. In più, si parla di borse alimentari erogate una tantum: ma la gente mangia tutti i giorni».
Insomma, per le associazioni il progetto fa acqua da tutte le parti: «La dignità non ha colore e il criterio dell’aiuto è solo uno, il bisogno».
(da “Il Secolo XIX”)
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