IL DESTINO DI PRIGOZHIN NEL PAESE CHE NON AMA I GENERALI AL POTERE
I COMANDANTI CADUTI IN DISGRAZIA DOPO I SUCCESSI MILITARI
Chi siede al Cremlino ha sempre impedito che i capi militari diventassero troppo influenti. Nell’Unione Sovietica l’esercito era l’unica organizzazione in grado di fare ombra al partito.
L’Armata Rossa era stata forgiata da Lev Trockij e tutti conoscono la sua sorte di esiliato, inseguito fino alla morte dai sicari di Stalin. Il suo successore Michail Frunze è stato avvelenato dall’anestesia nel 1925 subito rimpiazzato da Kliment Vorosilov
Fu Vorosilov a scavare la tomba al maresciallo Mikhail Tukhacevskij, l’uomo che ha trasformato gli antiquati manipoli bolscevichi in una macchina bellica moderna, giustiziato assieme ad altri 35 mila ufficiali nelle purghe del “terrore rosso”.
Ci sono volute l’invasione nazista e la sanguinosa guerra patriottica per riportare sugli altari un altro comandante: Georgij Zukhov, il condottiero che ha sconfitto la Germania e firmato la capitolazione del Terzo Reich.
Stalin ha poi cercato di relegarlo in provincia, senza incrinarne la fama. E quando il dittatore si è spento, Zukhov ha condotto l’operazione per neutralizzare la polizia segreta e arrestare il feroce Lavrentij Berija: ha messo il Cremlino nelle mani di Nikita Krusciov […]. Ovviamente, il nuovo leader se n’è liberato nel giro di un paio d’anni: come Cincinnato, Zukhov si è ritirato in Crimea a fare il pescatore
Memore della tradizione sovietica, Putin non ha mai permesso alla gloria di un militare di fargli ombra.
L’attuale ministro della Difesa Sergej Shojgu non è un ufficiale di carriera: è un politico nato alla scuola sovietica, rappresentante delle opulente regioni siberiane. Il capo di Stato maggiore Valerj Gerasimov è un’eccezione perché mantiene il posto da dieci anni, ma allo stesso tempo non ha un significativo seguito personale tra le truppe.
Viene ricordata la sua determinazione nel punire un colonnello che aveva stuprato e ucciso una ragazza cecena, vicenda che gli valse l’elogio di Anna Politkovskaja, l’oppositrice di Putin poi assassinata.
Pochi sono i comandanti adorati dagli uomini. La leggenda è Junus- Bek Evkurov: nel 1999 ha guidato in diretta tv la cavalcata dei blindati russi dalla Bosnia all’aeroporto Pristina, nel Kosovo, beffando la Nato
Una vita tutta in trincea, pure quando è diventato governatore della turbolenta Inguscezia nel Caucaso, legandosi al ceceno Kadyrov: adesso è viceministro della Difesa.
C’è poi Vladimir Alekseev, incursore dell’intelligence militare Gru e vice di Gerasimov, attivo nelle azioni segrete nel Donbass e in Siria: viene ritenuto l’inventore della Wagner.
Guarda caso, sono i due che hanno fatto accomodare Prigozhin nel quartiere generale di Rostov, comparendo al suo fianco nel video mentre lo invitavano blandamente a fermarsi.
L’altro astro nascente è lo spietato Sergej Surovikin, più temuto che amato: nel golpe del 1991 è stato l’unico a fare fuoco sui manifestanti pro Eltsin. Nel messaggio diffuso venerdì notte per dissuadere i mercenari, Surovikin è stato l’unico a mostrare un’arma al suo fianco: aveva però la canna in direzione opposta allo schermo.
Ora i complottisti interpretano questo particolare come un via libera alla rivolta: “Non vi spareremo contro”. Sabato mentre i tank marciavano su Mosca, lui e altri papaveri hanno tenuto a freno l’esercito, imponendo le loro condizioni a Putin. Tutti li accreditano come i veri vincitori, uniti da un’esperienza comune: il pugno di ferro usato in Siria per spegnere la rivolta con qualsiasi arma, gas inclusi. Un modello che potrebbero volere replicare in Ucraina.
(da agenzie)
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