IL DISCORSO DI DRAGHI IN SPAGNA, DOVE HA RICEVUTO IL PREMIO CARLO V, È UNA SVEGLIA AI LEADER EUROPEI CHE FANNO GLI GNORRI DI FRONTE ALLA GRANDE SFIDA DEL NOSTRO TEMPO: L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA
“IL 70% DEL DIVARIO CON GLI STATI UNITI È DOVUTO PRINCIPALMENTE AL SETTORE TECNOLOGICO. E POTREBBE AUMENTARE ULTERIORMENTE CON LO SVILUPPO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE. È NECESSARIA UNA SERIE DI AZIONI POLITICHE PER INIZIARE A COLMARE QUESTO DIVARIO”… L’ABBASSAMENTO DEL COSTO DELL’ENERGIA E LA MOBILITAZIONE DEI PRIVATI
L’economia europea deve crescere più velocemente e meglio. E per fare questo servirà una nuova politica industriale europea mirata ad aumentare la produttività, la capacità di difesa, la decarbonizzazione, a realizzare la transizione verde, a riorientare l’economia, a ridurre le dipendenze, ad adattarsi al rapido cambiamento tecnologico, impostando un approccio diverso nell’industria dello spazio, nelle materie prime e farmaceutica.
Tutto quello che andrà fatto per colmare il divario sulla produttività che continua ad allargarsi nei confronti degli Stati Uniti e per competere con una Cina, lo ha illustrato ieri Mario Draghi, nel discorso tenuto al monastero di San Jeronimo de Yuste, in Estremadura, nei pressi di Madrid, dove ha ricevuto il prestigioso Premio europeo Carlos V.
Draghi ha proposto un articolato mix di politiche, strategie, strumenti e interventi: un vero e proprio vademecum su come rilanciare l’economia europea, anticipando i contenuti del suo atteso rapporto (lungo 400 pagine) che sarà pubblicato a metà o verso fine luglio. La differenza nella crescita della produttività tra le economie Ue e Usa «è dovuta principalmente al settore tecnologico e alla digitalizzazione più in generale».
Secondo Draghi questo divario potrebbe aumentare ulteriormente con il rapido sviluppo e la diffusione dell’intelligenza artificiale. «Circa il 70% dei modelli fondamentali di AI vengono sviluppati negli Stati Uniti e solo tre aziende statunitensi rappresentano il 65% del mercato globale del cloud computing», ha sottolineato. […]».
La Ue […] deve ridurre il prezzo dell’energia. Le industrie che usano energia in Europa hanno un grande svantaggio competitivo rispetto alle imprese statunitensi, con prezzi 2-3 volte superiori per l’elettricità. Bisogna quindi investire di più nelle reti e nelle infrastrutture. Va riqualificata la forza lavoro, rafforzando istruzione e formazione, incoraggiando l’apprendimento degli adulti e facilitando l’ingresso di lavoratori altamente qualificati provenienti da Paesi terzi. Draghi ha citato come modello la Svezia, che ha un settore tecnologico più che doppio rispetto alla media dell’Ue.
Con uno spazio fiscale limitato in Europa sia a livello nazionale che, almeno finora, a livello europeo, le risorse necessarie dovranno essere fornite principalmente dal settore privato. «Quindi, dovremo mobilitare il risparmio privato su una scala senza precedenti, e ben oltre quello che può fornire il settore bancario». La Ue deve sviluppare anche una capacità industriale di difesa e una politica commerciale in grado di ridurre le dipendenze geopolitiche «da Paesi su cui non possiamo più contare» ricorrendo anche a sussidi e dazi per massimizzare la crescita della nostra produttività, nell’ambito di un approccio generale «pragmatico, cauto e consistente»
(da agenzie)
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