IL FAKE DI TONINELLI CHE E’ PIU’ VERO DEL VERO
CI CASCA ANCHE LUCA BIZZARRI, ORMAI DA TONINELLI C’E’ DA ASPETTARSI DI TUTTO
«Anche oggi al lavoro per migliorare la rete ferrotranviaria in Italia, ancorata a vecchi sistemi di logica urbanistica di collegamento tra città e non tra modi di vivere».
A scrivere non è il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ma un suo riuscitissimo fake: Danilo Toninellli (con tre elle).
Il concentratissimo Toninelli è uno dei ministri con il più alto numero di fake sui social, sia su Facebook che su Twitter, proprio a causa delle sue dichiarazioni spesso talmente assurde da non poter essere vere.
In molti hanno dovuto controllare di aver sentito bene quando il vero Toninelli dichiarò che il nuovo ponte Morandi sarebbe stato «un luogo di incontri, in cui le persone si ritrovano, in cui le persone possono vivere possono giocare, possono mangiare».
L’aveva detto davvero? Davvero il ministro delle Infrastrutture pensava che un viadotto autostradale sospeso a 40 metri d’altezza con vista su un’area industriale potesse diventare un grazioso centro commerciale?
Sì, l’aveva detto davvero, e il giorno dopo ci ha tenuto anche a spiegare che gli ignoranti erano quelli che non avevano capito il suo genio.
In fondo Ponte Vecchio, il Ponte di Rialto e il Ponte di Galata sono tutti ponti dove si transita, certo, ma si vive. E perchè non dovrebbe esserlo il viadotto sul Polcevera?
Il post pubblicato ieri da Toninellli (quello con tre elle) fa proprio il verso a quell’uscita involontariamente comica del ministro.
Ne imita lo stile letterario — un verbale dei Carabinieri redatto in maniera entusiastica e letto con tono affettato — e il ricorso a contrapposizioni inventate solo per far notare la differenza con quelli di prima che costituiscono la cifra della propaganda a 5 Stelle. C’è poi la neolingua governativa figlia del marketing più becero: quella che parla di decreto dignità , di manovra del popolo o di pace fiscale. Ecco quindi che i treni devono essere, per il clone, collegamenti tra modi di vivere.
C’è poi la commovente (e inventata) storia di “Nando”, il signore che in stazione ha voluto salutare il ministro poggiando la mano sul finestrino del treno.
Uno scatto commovente (e vero) postato su Facebook dal vero Toninelli.
Per il clone “Nando” «era paralizzato su una sedia a rotelle, poi ha ripreso a camminare grazie alla speranza». La stessa speranza che il governo del cambiamento ha ridato agli italiani.
Non mancano altre parole d’ordine del cambiamento: ecosostenibilità e vicinanza alle famiglie italiane.
Non era difficile capire che era un fake, gli elementi c’erano tutti a partire dal nome storpiato. Ma l’autore è riuscito a creare la suspension of disbelief e trarre in inganno anche i solutori più abili.
Ad esempio Luca Bizzarri che prima ha twittato il post del finto Toninelli e poi lo ha cancellato sostituendolo con una riflessione sulla difficoltà di distinguere un profilo fake da uno reale perchè i falsi sono così vicini a quelli veri che è facile confonderli.
Non è proprio poi così facile ma il ragionamento di fondo è che da uno come Toninelli ormai il pubblico dei social è pronto ad aspettarsi di tutto.
Del resto è stato il vero Toninelli, non il suo Doppelgà¤nger, a giustificare la condanna per bancarotta di Gaetano Intrieri, consulente del MIT spiegando che «La condanna è per un fatto che ha salvato una società . E quindi potrebbe essere equiparabile ad un atto di coraggio fatto per non far andare in mezzo a una strada dipendenti e familiari di questi dipendenti». Peccato che la società sia fallita nel 2004.
Ed è sempre Toninelli che scherza su una cosa serissima che riguarda la tragedia di Genova come la revoca della concessione ad Autostrade con un tweet in cui annuncia la revoca della concessione al suo barbiere.
Il ministro poi ha parlato di pressioni subite da parte dei concessionari, ma quelle erano semplicemente diffide inviate per altro al suo predecessore.
Per tacere di tutta la pantomima sui porti chiusi senza alcun decreto e sulle richieste all’Olanda di far rientrare le imbarcazioni di alcune Organizzazioni non governative olandesi.
Insomma su Toninelli non ci sarebbe nemmeno bisogno di fare satira. E a dimostrazione di questo il vero Toninelli chiudeva il post di ieri spiegando che il suo «è il ministero del viaggio».
(da “NextQuotidiano”)
Leave a Reply