IL FUNZIONARIO DELL’AMBASCIATA RUSSA CHE HA COMPRATO MATERIALMENTE IL BIGLIETTO PER MOSCA A SALVINI, OLEG KOSTYUKOV, È IL FIGLIO DEL COMANDANTE DEL GRU, I SERVIZI SEGRETI MILITARI DI PUTIN
DA TEMPO IN ITALIA, IL GIOVANE OLEG È APPARSO SPESSO AL FIANCO DI SERGEY RAZOV E DELL’EX CONSOLE GENERALE ALEXEY PARAMONOV (QUELLO CHE A MARZO MINACCIÒ L’ITALIA)
Venerdì 27 maggio, nel momento in cui lo sforzo di Matteo Salvini per organizzare il suo viaggio “di pace” Mosca si stava facendo operativo, il leader della Lega avrebbe incontrato non solo il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, ma anche – due volte – un importante funzionario del ministero degli Esteri russo, di stanza a Roma.
Si chiama Oleg Kostyukov, e sarebbe stato lui ad aiutare materialmente Salvini a comprare il biglietto aereo per Mosca (che il leader della Lega ha chiarito di aver poi rimborsato). Ma chi è Oleg Kostuykov?
Sabato 11 giugno, essendo uscita la notizia sul quotidiano La Verità, l’ambasciata russa ha emesso un comunicato in cui spiegava la storia senza smentirla: «A causa delle sanzioni in vigore nei confronti di questa compagnia aerea, è difficoltoso acquistare i biglietti per i suoi voli dal territorio dell’Unione Europea.
L’Ambasciata ha assistito Matteo Salvini e le persone che lo accompagnavano nell’acquisto dei biglietti aerei di cui avevano bisogno in rubli tramite un’agenzia di viaggi russa». L’ambasciata aggiungeva: «Quanto alle speculazioni sui nomi di specifici dipendenti dell’Ambasciata, le riteniamo assolutamente inadeguate». Non c’era scritto che fossero false.
Secondo il collettivo di reporter indipendenti russi The Insider – guidati da Roman Dobrokhtov e coautori di diversi scoop tra cui l’individuazione, assieme a Bellingcat, del team del Fsb accusato dell’avvelenamento di Alexey Navalny – il funzionario del ministero degli Esteri russo di nome Oleg Kostuykov è il figlio di Igor Kostyukov, ammiraglio e comandante del Gru, i servizi segreti militari di Mosca.
Kostyukov padre è sotto sanzioni occidentali con diverse accuse: interferenza nelle elezioni americane, avvelenamento a Salisbury (Regno Unito) dell’ex spia russa, passata al MI6, Sergey Skripal, e per gli attacchi informatici al Bundestag e all’ufficio dell’allora cancelliera Angela Merkel (guidati da un hacker poi rivelatosi uomo del Gru, Dmitry Badin).
Secondo The Insider, «il capo dell’intelligence è stato nominato capo della direzione principale di stato maggiore generale alla fine del 2018, e l’anno successivo i suoi figli adulti sono diventati proprietari di immobili costosi». Si tratterebbe, stando a documenti catastali e a fonti di polizia finanziaria russa citate da The Insider, di un terreno a Lipka e un altro di 12 ettari nella comunità residenziale esclusiva di Beliye Rosy 1.
Ci sarebbero poi un appartamento di Oleg in 2a Chernogryazskaya Street, Mosca, la sua Mercedes-Benz GLE 350 d 4MATIC e la Mercedes-Benz C200 della sorella Alena. The Insider «stima che il costo della proprietà dei figli del capo del GRU sia di almeno 200 milioni di rubli», che sarebbe incompatibile con un reddito di un milione e mezzo annui di rubli (lo stipendio da funzionario ministeriale).
Sia il capo del GRU sia i suoi figli non hanno risposto alle chiamate o ai messaggi Telegram di The Insider. Martedì 14 giugno alle 12,48,
La Stampa ha domandato per mail, all’indirizzo ufficiale online dell’ambasciata russa, conferma o smentita del legame familiare tra Oleg Kostuykov (primo segretario dell’ambasciata russa) e Igor (il capo del Gru). La mail è stata correttamente recapitata ma non abbiamo ricevuto da quel giorno alcuna risposta né smentita.
Un legame così stretto tra un così importante funzionario russo a Roma e i servizi militari di Mosca riproporrebbe ancora una volta il problema del rischio di penetrazione russo in Italia.
Il giovane Kostuykov, 35 anni, era da tempo in Italia (all’inizio assegnato alla sede consolare), e numerosi sono i suoi incontri sul territorio che sono stati rilevati, spesso al fianco dell’ambasciatore della Federazione.
Altre volte Kostyukov era accanto a un’altra faccia ormai nota alle cronache dell’interferenza russa in Italia: quella dell’allora console generale Alexey Paramonov, il diplomatico russo (capo del dipartimento Europa del ministero degli esteri russo) che a marzo finì al centro di un caso diplomatico perché alcune sue minacce all’Italia («non vorrei che la totale guerra finanziaria ed economica alla Russia trovasse seguaci in Italia e provocasse una serie di corrispondenti conseguenze irreversibili»). Nonostante questo “incidente”, Paramonov nel frattempo sarebbe in procinto di diventare ambasciatore della Russia presso la Santa Sede, a Kostyukov sarebbe un suo pupillo.
La storia si inquadra in un contesto molto teso di relazioni che ci vedono ormai «paese ostile» a Mosca. L’Italia il 6 aprile, eseguendo un’azione coordinata dai governi europei, ha espulso trenta diplomatici russi sospettati di essere spie, alcuni dei quali erano già all’attenzione del controspionaggio. Che dopo l’invasione russa in Ucraina sta riconsiderando l’escalation di operazioni militari di cui sono accusati i russi in questi anni in Europa, fino alle recenti operazioni russe di penetrazione di disinformation nei media mainstream e nei social italiani.
(da La Stampa)
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