IL GIORNALE CONSERVATORE WALL STREET JOURNAL: “CON BERLUSCONI L’ITALIA DECLINA”
CRITICHE DEL PRINCIPALE QUOTIDIANO FINANZIARIO STATUNITENSE AL NOSTRO PREMIER: “DOVEVA RIDURRE LO STATALISMO, SI E’ PERSO IN VOTI DI FIDUCIA, SCANDALI, STAGNAZIONE ECONOMICA E BUROCRAZIA SCLEROTICA”
E’ abitudine del nostro premier prendersela con la stampa nazionale, rea di mal interpretare sempre le sue parole e le sue iniziative politiche oppure di rimestare nel torbido delle sue frequentazioni private.
Mano a mano, i suoi anatemi hanno raggiunto anche la stampa estera, accusata di fare da cassa di risonanza delle critiche che gli vengono rivolte dai media italiani.
Fino a ipotizzare un complotto internazionale ai suoi danni, ordito da chissà quale centrale politico-finanziaria.
Questa volta però la critica arriva da una fonte insospettabile, ovvero dal principale quotidiano finanziario statunitense, di impronta conservatore tra l’altro, quindi difficilmente accusabile di “connivenza con il nemico”.
Parliamo del quotato Wall Street Journal secondo il quale ” l’Italia sta declinando”.
Il quotidiano va giù pesante: “immaginate che cosa potrebbero ottenere gli italiani se Berlusconi non tenesse le sue promesse di dinamismo ostaggio di una lotta politica senza esclusione di colpi”.
È solo la conclusione di un editoriale che il Wall Street Journal ha dedicato alla crisi politica italiana, intitolato «Circo Romano».
Il quotidiano finanziario formula un giudizio impietoso sulla situazione del nostro Paese, dopo una sintetica ricostruzione della crisi in seno al Popolo della Libertà , con i contrasti tra il premier e il presidente della Camera Gianfranco Fini, e con l’ultimatum di Berlusconi sui cinque punti programmatici per l’esecutivo.
“Intanto – si legge nell’editoriale – l’Italia declina. Gli elettori hanno eletto Berlusconi sulla promessa di ridurre lo Stato. E ciò che hanno ottenuto, invece, è una sfilata senza fine di voti di fiducia, scandali, relativa stagnazione economica e burocrazia sclerotica”.
Insiste il quotidiano: “Per fare solo un esempio: la Banca Mondiale afferma che ci vogliono in media 1.210 giorni per far applicare un contratto in Italia, e che tale “servizio” pubblico costa a una media impresa italiana il 68,4% dei suoi utili”.
“Dato questo caos – conclude l’editoriale del Wall Street Journal – è una prova dell’inventiva e della verve degli italiani il fatto che ancora riescano a produrre alcuni dei brand più di successo del mondo e a mantenere un ragionevole livello di vita”.
La nota fantasia italica insomma è l’unica a tenere in piedi il Paese.
Leave a Reply