IL GIOVANE AGENTE SCRIVEVA POCHI GIORNI FA: “NELLA VITA VANNO FATTE DELLE SCELTE, E QUESTE O SI PAGHERANNO O SI AMERANNO”
LUCA SCATA’, 29 ANNI, LA POLIZIA E’ SEMPRE STATA IL SUO SOGNO
Il ministro dell’Interno ha appena pronunciato in diretta dal Viminale il suo nome e quello del collega ferito.
Luca Scatà , 29 anni e origini siciliane, è il poliziotto che ha ucciso Anis Amri, il terrorista autore della strage al mercatino di Natale di Berlino.
Passando, in una notte, da agente in prova al Comissariato di Sesto San Giovanni a orgoglio per l’Italia tutta, come scandisce il ministro Minniti.
Il collega, l’agente scelto Cristian Movio, 36 anni, è ricoverato all’ospedale di Monza ma non in pericolo di vita. Quando nella notte la pattuglia ha incrociato Anis Amri e lo ha fermato, è stato Movio ad avvicinare il tunisino per chiedergli i documenti. Ricevendo, per tutta risposta, un proiettile rimasto conficcato nella sua spalla
Subito dopo la conferenza stampa di Minniti, sulla pagina Facebook di Scatà compaiono i messaggi di congratulazione di amici e parenti.
“Bravo Luca, hai fatto benissimo il tuo”. “Orgogliosa di aver lavorato con te”. “Torna presto, non vedo l’ora di riabbracciarti”.
Poi, parla la madre: “Ho sentito Luca questa mattina presto. Mi ha chiamato per tranquillizzarmi temendo che avessi sentito alla tv della sparatoria e che fossi preoccupata. Mi ha detto che stava bene. La polizia è sempre stata il suo sogno. Noi eravamo preoccupati, ma l’abbiamo assecondato. Luca è forte e determinato e noi ne siamo orgogliosi”.
Luca Scatà ha coronato il suo sogno dopo aver frequentato il liceo del suo paese, Canicattini Bagni, in provincia di Siracusa, aver studiato per due anni Ingegneria Informatica a Catania e aver trascorso, nel 2011, un anno da volontario nell’esercito. Superato il concorso in polizia, attendeva l’assegnazione definitiva.
Il collega ferito, Cristian Movio, originario di Latisana, in provincia di Udine, è in polizia dal 2008 e, come Scatà , in precedenza ha prestato servizio nell’esercito, reggimento alpini di Venzone.
Dopo i complimenti, scorrendo a ritroso la pagina Facebook di Luca Scatà , è impossibile resistere alla tentazione di leggere nei suoi post come la premonizione di quanto stesse per accadere.
Di come la storia di Luca Scatà stesse per cambiare. Di un destino.
Tredici ore fa, prima di affrontare la sua notte di servizio, l’agente in prova Luca Scatà pubblicava una frase sullo sfondo dei colori del tramonto, le sfumature del giallo e del rosso di un giorno che muore: “Solo sulla strada diretta c’è il sole e non ci sono ombre”.
Le ombre, un’ombra, si materializza con le tenebre. E’ Anis Amri. Mentre lo si cerca in tutta la Germania, lui è riuscito a passare la frontiera ed è arrivato in Italia passando dalla Francia.
Da Torino un treno per Milano, fino a sbucare in piena notte a Sesto San Giovanni. Sono le 3 quando l’ombra viene notata dalla pattuglia della polizia nei pressi della stazione.
“Nella vita non si può rimanere nel limbo, nell’indecisione. Vanno fatte delle scelte, e queste o si pagheranno o si ameranno” scriveva il 12 dicembre Luca Scatà . Qualcosa, in quell’ombra, fa scattare nei due agenti il dubbio.
E da quel limbo, Movio e Scatà decidono di uscire.
“Dicono che l’ora più buia arrivi subito prima dell’alba. Beh, hanno ragione” scriveva Luca Scatà il primo dicembre. Nell’ora più buia, Anis Amri si vede puntare contro i fari. Un uomo in divisa gli chiede di identificarsi. Lui infila la mano nello zaino, ma non estrae documenti. Nella sua mano la sagoma di una pistola calibro 22, una piccola ma micidiale e precisissima arma. Anis Amri spara, l’agente scelto Cristian Movio è ferito.
“La paura è una reazione, il coraggio è una decisione” scriveva Luca Scatà il primo dicembre del 2015. Motto che il suo profilo Facebook richiama un anno dopo, come a indicare che il momento è arrivato. Una frase fatta, nel retorico lessico da codice d’onore del corpo d’appartenenza. Che in una notte si riempie di senso.
L’agente in prova Luca Scatà reagisce. Spara. Solo lui può sapere rispondendo a quale miscela di paura, coraggio o decisione.
Due colpi, uno mortale al costato, l’ombra è schiacciata al suolo, sotto un corpo senza vita.
Prima di stramazzare al suolo e dissolversi, aveva urlato il nome del suo dio. A 48 ore dalla nascita di Gesù, l’agente in prova Luca Scatà da Canicattini Bagni non sapeva di aver ucciso Anis Amri, l’uomo più ricercato d’Europa per aver trasformato in un oscuro simbolo di morte un gioioso mercatino di Natale berlinese.
“Fa impressione pensare come due ragazzi abbiano percorso strade così diverse, mi spiace che sia morto un giovane, ma sapeva i rischi a cui andava incontro” dice la mamma di Luca, rivolgendo un pensiero ad Anis Amri.
Papà Giuseppe conferma: “Quando l’abbiamo sentito al telefono, stamattina presto, Luca non sapeva ancora che il ragazzo morto fosse l’attentatore”. Anche lui chiama in causa Dio, ma per ringraziarlo.
Suo figlio, “un ragazzo coraggioso, che ha fatto il suo dovere”, è vivo.
(da “La Repubblica”)
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