IL GOVERNO RIDÀ AI PENSIONATI SOLO IL 12% DEGLI ARRETRATI
L’UFFICIO PARLAMENTARE DI BILANCIO RENDE UFFICIALI I RIMBORSI: DA 319 A 816 EURO, MA AVREBBERO AVUTO DIRITTO A 3.008 E 4.157 EURO… E AGLI ALTRI UN BEL NULLA
Il decreto del Governo che applica la sentenza della Corte costituzionale sul blocco della perequazione sulle pensioni prevede “una restituzione assai parziale, meno del 12% del totale, della mancata indicizzazione” ma “concentra le limitate risorse nelle classi di pensionati con redditi più bassi”.
Lo scrive l’Ufficio parlamentare di bilancio nel documento sulla “rivalutazione delle pensioni dopo il decreto legge 65/2015: effetti redistributivi sulla finanza pubblica” spiegando che ai pensionati con redditi tra tre e quattro volte il minimo (tra i 1.500 e i 2.000 euro al mese) andrà il 67,5% delle risorse stanziate dal Governo (2,8 miliardi di euro lordi nel complesso, 2,2 al netto del fisco).
Chi ha redditi da pensioni superiori a sei volte il minimo (oltre 3.000 euro al mese) non avrà alcun rimborso.
Complessivamente, rispetto a quanto sarebbe spettato in caso di rimborso integrale, la cifra restituita è minima, come mostra il grafico pubblicato dall’Upb nel suo documento.
I rimborsi da 319 a 820. euro.
In termini di importi, le cifre che saranno restituite ai pensionati vanno da 816,4 euro per le fasce più basse a 319,8 euro per le fasce più alte.
La restituzione integrale per il triennio 2012-2014 sarebbe rispettivamente di 3.008 euro e 4.157 euro; il provvedimento restituisce quindi tra il 27,1% e il 7,7% della somma complessiva.
“Il tesoretto è svanito” .
Il presidente dell’Upb Giuseppe Pisauro è poi tornato sul tema dell’ormai dimenticato tesoretto, il margine ricavato nelle pieghe dei conti tra le previsioni formulate lo scorso anno e il nuovo quadro macroeconomico delineato nel Def.
Con il decreto del governo, ha detto “è svanito quel margine”.
Non solo Pisauro non ha risparmiato critiche all’utilizzo un po’ spregiudicato di quello che era uno spazio di bilancio virtuale e tutto da confermare nel corso dell’anno. L’Upb – ha detto – è stato tra i più netti nel valutare l’eventuale utilizzo del tesoretto nel consigliare di riconsiderare tutto quando i conti sarebbero stati più stabili”. Bisognava fare attenzione ai “fattori esogeni”, ha spiegato, e la vicenda sulle pensioni oltre tre volte il minimo “è uno di questi”.
(da “Huffingtonpost“)
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