IL GOVERNO SI “GASA” TASSANDO LE BIBITE GASSATE
SE IL PROBLEMA E’ UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE PERCHE’ NON SI TASSANO ANCHE PATATINE E MERENDINE?
Una tassa di scopo su bibite gassate e con unadeterminata percentuale di zuccheri per tre anni, che vale circa 250 milionil’anno.
Sarebbe questa una delle ipotesi allo studio per rifinanziare l’attuazione del piano per la non autosufficienza, che rientra tra le azioni in programma per il ministero della Salute.
L’ipotesi di una tassa sulle bibite era già stata valutata in passato, anche come monito per corretti stili di vita, e potrebbe essere inserita nel cosiddetto ‘decretone sanità ‘, che il ministro Renato Balduzzi dovrebbe portare al prossimo Consiglio dei Ministri.
I consumatori bocciano senza appello l’idea di introdurre una tassa sulle bibite gassate profilata dal governo.
«Si tratta di una ‘tassa ipocrita’ – spiega il presidente Carlo Rienzi -. Con la scusa della corretta alimentazione e dello scopo sanitario, il Governo vuole mettere le mani nelle tasche dei cittadini, aumentando il costo delle bibite gassate. In sostanza per colmare i vuoti della casse statali si cerca di far perdere i chili di troppo agli italiani».
«Se davvero il Governo ci tiene a diffondere uno stile di vita sano e una corretta alimentazione, dovrebbe aumentare l’informazione specie attraverso campagne dirette ai giovani. Non si capisce poi – prosegue Rienzi – perchè tassare solo le bibite gassate lasciando fuori altri prodotti alimentari che fanno altrettanto male alla salute, come merendine o patatine fritte.»
Anche la Coldiretti ribatte che per migliorare concretamente la qualità dell’alimentazione nelle giovani generazioni occorre aumentare la quantità di frutta nelle bibite che oggi per legge contengono appena il 12 per cento di vero succo.
Anche il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri si dice contrario a questa ulteriore tassa: “Torna l’ipotesi di una tassa supplementare sulle bibite che colpirebbe ulteriormente consumatori già esausti. È una ipotesi sbagliata e non riteniamo accettabile questo stillicidio fiscale”
Della stessa opinione è Ignazio Marino, senatore del Pd e presidente della Commissione d’inchiesta sul servizio sanitario nazionale: «Tassare per tre anni le bevande gassate significa, ancora una volta, cercare di fare cassa e non disegnare un piano strategico per la salute pubblica».
«Una solida riforma – prosegue Marino – sarebbe rappresentata invece dall’introduzione di un corso di educazione agli stili di vita sin dalle classi elementari. Significherebbe investire in generazioni di italiani maggiormente sani, meno dediti al fumo, ai cibi non salutari e più inclini al movimento fisico. Tutto questo si rifletterebbe in una significativa riduzione dei costi del Servizio sanitario nazionale».
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