IL “LEALE” MARONI A ZELIG: “NESSUN ORDINE DI NON VOTARE BRUNETTA”, NEANCHE DI VOTARLO PERO’
BRUNETTA HA PERSO A VENEZIA PERCHE’ LA LEGA DAL 19% E’ SCESA CASUALMENTE ALL’11%, UNICO CASO IN ITALIA…MENTRE I PIEDIELLINI VOTAVANO ZAIA, LA LEALE ARMATA PADANA NON VOTAVA BRUNETTA…QUALCUNO HA ANCORA VOGLIA DI FARSI PRENDERE PER I FONDELLI? NOI NO….IN LIGURIA IL LEGHISTA BRUZZONE IL BIGLIETTO DA VISITA “VICEPRESIDENTE” ORA LO PUO’ PORTARE IN DISCARICA
Bravo Silvio. Dopo aver perso il 5,6% alle regionali si può anche essere in effetti contenti, di fronte alla prospettiva che sarebbe potuta andare anche peggio.
Basta accontentarsi nella vita: finire sotto un’auto che poi fa anche retromarcia è sicuramente peggio di quella che ti passa sopra una sola volta. E gli elettori del Pdl (quelli che sono andati a votare) abbozzano anche in questa occasione.
Quei due milioni e mezzo di “destri” che questa volta sono rimasti a casa invece, non hanno intenzione di cambiare idea se non vedono una decisa inversione di marcia.
L’unico esempio di reale successo elettorale è stato quello della Polverini a Roma che, messa nelle condizioni più disastrose per competere contro un avversario ben più popolare di lei, ha fatto il miracolo del sorpasso perchè ha pescato voti a vagonate nelle periferie romane e della provincia laziale, persino tra gli immigrati di seconda generazione.
Non a caso indicata da Fini, mentre Berlusconi propendeva per l’imprenditrice di bella presenza Todini, salvo poi nelle ultime due settimane farsi vedere interessato “padre adottivo” della Renata.
Renata ha vinto con la sua lista e forse le ha pure giovato che non ci fosse quella del Pdl.
A domanda del giornalista: “Per una come lei, quanto le è costato avere accanto il premier nell’ultima fase della campagna elettorale?”, la Polverini la risposto: “Sono diventata presidente della Regione, l’importante è questo”. Come dire che non era certo stata lei a chiederlo, lei andava avanti per la sua strada comunque.
Il giorno dopo il “successo alle regionali”, va in onda invece la musica di “Com’e’ triste Venezia…se tu ci non sei”…
Eh si, perchè Brunetta non c’è più: non perchè sia sparito sotto il tavolo, ma perchè è tornato infuriato a Roma dopo essere stato sconfitto da Orsoni per nove punti in percentuale.
Brunetta ha sparato contro la Lega, rea di non averlo fatto votare.
Maroni oggi risponde dal palcoscenico di Zelig “Certamente non c’è stato un ordine della Lega di non votare Brunetta”.
Non dice la cosa invece più logica : non c’è mai stato una indicazione della Lega di votarlo.
Pensate che miracolo: la Lega avanza in Veneto, l’elettore leghista in cabina vota Zaia (19,1% in città ), ma quando prende l’altra scheda, non solo non vota Brunetta direttamente, ma non vota neanche la Lega (il voto sarebbe andato anche al candidato sindaco Brunetta).
E improvvisamente la Lega perde otto punti a Venezia (11,1%).
Chissa quanti di loro avranno magari anche votato Orsoni, visto che i sondaggi li davano alla pari fino al giorno prima.
E tutto questo dopo che i pidiellini avevano votato Zaia.
Ma che bell’esempio di lealtà , di “alleato fedele” come dice il premier, verrebbe da finire sotto la poltrona dalle risate a sentire Maroni a Zelig in diretta.
Come se non si sapesse che ai leghisti Brunetta dava fastidio perchè avrebbe fatto ombra a Zaia…
Ma chi volete prendere per i fondelli?
Ma chi crede alla fedele e leale armata padana?
Solo qualcuno che ha interesse a bloccare i suoi processi, non certo il popolo di centrodestra. La lezione dei due milioni e mezzo rimasti a casa non è bastata? Ce ne saranno altre, tranquilli.
Perchè uno Brunetta può non votarlo ovviamente, ma deve avere l’onestà di dirlo prima, non di fare i vecchi giochi democristiani di tramare alle spalle.
Noi avevamo detto subito che non avremmo votato in Liguria una coalizione che già aveva assegnato la vicepresidenza a un leghista, come al mercato delle vacche.
E ora che Biasotti ha perso, il leghista Bruzzone i suoi biglietti da visita con scritto “vicepresidente” li può portare in discarica.
Ma noi l’abbiamo scritto e detto a chiare lettere prima, d’accordo o meno che uno potesse essere con la nostra posizione, qualcuno altro ha invece dato una pugnalata da vigliacco alle spalle.
E’ la stessa differenza che passa tra lo stile di un uomo o una donna di destra e un leghista, infatti.
Ave Cesare-Silvio e attento alle spalle…non sarebbe la prima volta.
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