IL LEGHISTA DE PAOLI INDAGATO PER DIFFAMAZIONE DOPO LA FRASE CHOC CONTRO I GAY
“SE AVESSI UN FIGLIO OMOSESSUALE LO BRUCEREI NEL FORNO”: SONO CINQUE I TESTIMONI CHE INCASTRANO IL CONSIGLIERE REGIONALE DELLA LIGURIA, MA TOTI FA FINTA DI NULLA
E’ stato indagato il consigliere regionale leghista della Liguria Giovanni De Paoli per diffamazione aggravata.
Il sostituto procuratore Patrizia Petruziello lo ha iscritto dopo l’esposto presentato dal Comitato per gli immigrati e contro ogni forma di discriminazione dopo la la frase choc, smentita dallo stesso De Paoli, “se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno”, come riferito da testimoni, alcuni genitori dell’associazione Agedo e una dirigente regionale presente.
Il presidente della giunta regionale ligure GIovanni Toti aveva espresso soldiarietà al leghista, che la scorsa settimana ha chiarito di non aver più intenzione di chiedere scusa.
Oggi Toti fa il pesce in barile: “Se la magistratura scoprirà qualcosa su De Paoli, sono pronto a prenderne atto, però vige la presunzione d’innocenza, continuo a rimanere sulle mie posizioni che ho già illustrato in aula.”
Sarebbe interessante che Toti spiegasse cosa intende per “prendere atto”, in caso di condanna di De Paoli.
Ma forse la sua giunta che vive di un solo voto di maggioranza non gli permette uno scatto di dignità : prenderà atto di avere un altro consigliere condannato, uno più, uno meno…
(da agenzie)
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