IL LIBRO “FRATELLI DI CHAT” RIVELA GLI ATTACCHI A SAVIANO, ECCOLI I “MODERATI” DI FDI
NEL GIUGNO 2021 GUIDO CROSETTO SCRIVE: “SAVIANO VA PUNITO. FA SCHIFO.” E GIORGIA MELONI RILANCIA: “IO DOMANI ESCO CON UNA PALATA DI LETAME CONTRO SAVIANO” … VIOLENZA VERBALE, SETE DI VENDETTA E PAURA DI CHI SMASCHERA LA LORO INCAPACITÀ DI GOVERNARE
“Saviano va punito.” “Saviano fa schifo.” (Guido Crosetto). “Io domani esco con una palata di letame contro Saviano.” (Giorgia Meloni). E poi il solito Delmastro, quello della rivelazione di segreti d’ufficio e del Capodanno con le pistole, che ancora non ha capito di non essere più un picchiatore, ma un sottosegretario… e alla Giustizia, per giunta.
Nel libro “Fratelli di chat”, il giornalista del Fatto Quotidiano Giacomo Salvini svela ciò che Fratelli d’Italia non avrebbe mai voluto far emergere: odio, violenza verbale (il mio “bastardi” era da dilettanti), paura degli avversari non solo politici, ma soprattutto esponenti della società civile.
Cosa emerge dalle chat (ricostruite graficamente) di Meloni&co (i testi sono esattamente come loro li hanno scritti)? Violenza verbale, sete di vendetta e soprattutto paura. Paura di chi smaschera la loro incapacità di governare.
“Sciacallo, diffamatore, smettila di fare la vittima” sono le accuse che rivolgono a me, mentre il governo implode, divorato dall’incompetenza e dal sospetto reciproco. Si spiano tra loro (caso Caputi), negano l’uso di spyware israeliani contro giornalisti e attivisti, non sanno nemmeno perché hanno rimpatriato Almasri (Nordio e Piantedosi non si sono accordati sul dare versioni coerenti) e i centri in Albania sono di fatto definitivamente naufragati.
Troppi errori, troppi scandali, troppe menzogne. Il governo è terrorizzato e fa bene a esserlo perché gli italiani stanno iniziando a capire il bluff.
Oltre ai nemici a destra, ovviamente, ci sono anche quelli a sinistra. E nello specifico gli intellettuali che si permettono di attaccare Meloni e il suo partito soprattutto sulla vicinanza ad ambienti di estrema destra e sulla nostalgia del fascismo di alcuni dirigenti di Fratelli d’Italia. Nelle chat dei parlamentari ci sono due «infami» che vengono messi ripetutamente nel mirino: lo scrittore Roberto Saviano e il giornalista de «la Repubblica», Paolo Berizzi.
Il primo è l’autore di Gomorra, conosciuto al grande pubblico per la sua denuncia nei confronti della camorra passando la sua vita sotto scorta per le minacce della criminalità organizzata.
Il secondo è un cronista e scrittore che ha spesso dedicato articoli e analisi sul fenomeno del neofascismo in Italia e sui legami tra l’ estrema destra e i partiti di governo. Due figure, quindi, molto critiche nei confronti di Meloni e che vengono viste come nemiche da parte dei vertici di Fratelli d’Italia.
Nelle chat dei parlamentari il nome di Saviano viene citato trentadue volte, per lo più con offese, insulti e critiche politiche. Si va dall’esultanza perché il consiglio comunale di. Verona gli ha revocato la cittadinanza onoraria (Ciro Maschio, attuale presidente della commissione Giustizia) alla critica al «Corriere della Sera» da parte di Salvatore Deidda per aver assunto Saviano come firma del giornale («Quello che una volta era il più importante quotidiano d’Italia», commenta a gennaio 2021) fino a Guido Crosetto che, commentando un post di Saviano che accusava di «razzismo» Meloni, scrive: «Saviano va punito», «Saviano fa schifo», «Incita alla violenza» (5 giugno 2021).
In quei giorni, le cronache raccontano la storia di Seid Visin, calciatore di vent’anni di origine etiope che si è suicidato per insulti razzisti. Saviano commenta il fatto accusando Meloni e Salvini di razzismo e l’accusa non viene presa bene nelle chat di Fratelli d’Italia. Oltre a Crosetto, anche la leader di Fratelli d’Italia ci va giù pesante: «Io domani esco con una palata di letame pesante contro Saviano e co. Se ci sono controindicazioni da parte dei genitori fatemelo sapere», scrive l’attuale premier il 5 giugno 2021. Il giorno dopo firmerà proprio una nota contro la cosiddetta «intellighenzia di sinistra» che lega il suicidio del calciatore a episodi di razzismo quando «il padre ha detto che non è così».
L’accusa di essere un «infame» però arriva come commento al caso più noto di litigio con la presidente del Consiglio. Nel 2020 il giornalista aveva usato il termine «bastardi» durante un’intervista a Piazza Pulita per definire lei e Salvini, di fronte alle immagini del dolore della madre del piccolo Yusuf, un neonato morto tra le onde del Mediterraneo.
Meloni aveva deciso di querelare lo scrittore per diffamazione e il 16 novembre 2022, cioè un mese dopo la formazione del governo, lo scrittore era stato rinviato a giudizio perché nel frattempo la leader di Fratelli d’Italia, anche se diventata premier, non aveva ritirato la querela. Nonostante le richieste da parte delle opposizioni e delle associazioni della Stampa di ritirare la querela visto il suo ruolo istituzionale, Meloni non ha fatto alcun passo indietro e il 12 ottobre 2023 Saviano è stato condannato in primo grado a pagare una multa da mille euro oltre alle spese processuali.
Una notizia che quel giorno viene accolta con gioia nelle chat di Fratelli d’Italia: a pubblicare il lancio di agenzia con la sentenza è Deidda che aggiunge un entusiastico: «Evviva, paga infame». A quel punto si apre un dibattito tra esponenti di governo, tra cui il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro e quella all’Interno Wanda Ferro, che avrebbero voluto una condanna molto più pesante di una semplice multa da mille euro, anche se per un reato di opinione nei confronti di uno scrittore.
(da agenzie)
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