IL METODO TRUMP PER TROVARE UN ACCORDO È UNA TRUFFA: L’IMPORTANTE È CONCLUDERE LA TRATTATIVA, NON IMPORTA COME
GLI USA VOGLIONO COSTRINGERE L’UCRAINA AD ACCETTARE UNA RESA TOTALE: LA CRIMEA E LE ZONE OCCUPATE ANDRANNO A PUTIN, E AL POVERO ZELENSKY MANCO UNA GARANZIA DI SICUREZZA
Mosca ha capito che Trump non è interessato a quale tipo di accordo stringere, basta averne uno.
Lo stesso principio Mosca lo ha insegnato all’Iran e i risultati si vedono: alla Casa Bianca importa poco se un accordo sul nucleare rimanga un rischio per Israele e tutto il medio oriente, se le garanzie di sicurezza e di sorveglianza sul progetto del nucleare iraniano sono reali o fittizie. Come va contro le priorità di Israele, lo sta facendo con l’Ucraina.
Il presidente americano, ascoltando Steve Witkoff, l’inviato speciale mandato a risolvere tutte le crisi e che negozia anche con gli iraniani, ha approvato un piano di pace che prevede la cessione da parte dell’Ucraina dei territori occupati da Mosca e il riconoscimento americano della Crimea come Russia.
Questo piano non prevede garanzie di sicurezza per Kyiv e gli americani erano pronti a imporlo agli ucraini durante il vertice di Londra, se non fosse che Volodymyr Zelensky li ha preceduti dichiarando che l’Ucraina non avrebbe mai riconosciuto la sovranità russa sulla Crimea, è anche una questione costituzionale.
Anziché vedere l’errore di un accordo punitivo e poco lungimirante, Trump ha accusato il presidente ucraino di “mandare avanti lo sterminio” con il suo rifiuto di cedere la Crimea.
“Può avere la Pace – scrive Trump sulla sua piattaforma Truth – oppure continuare a combattere per altri tre anni e perdere l’intero paese”. E conclude: “Siamo molto vicini a un accordo, ma l’uomo ‘che non ha le carte’ (autocitazione dall’incontro con Zelensky nello Studio ovale) adesso deve finalmente concludere”.
La logica di Trump e Witkoff è semplice: non negoziano per impedire in futuro che Putin attacchi di nuovo l’Ucraina o un altro paese ai suoi confini, non negoziano per evitare che Teheran venga privato della capacità di avere armi nucleari.
L’arte dell’accordo sta tutta nel concluderlo, indipendentemente dai costi futuri, dai tradimenti nei confronti degli alleati come Israele o come l’Ucraina, che in questo momento l’Amministrazione americana vede come dei piantagrane, “sabotatori” (come direbbe Araghchi) nel mezzo della sua strada facile e sbrigativa verso una pace ingiusta.
Gli Stati Uniti si sono mossi alle spalle di Kyiv, dalle parole di Trump emerge che un’intesa generale con Mosca esiste già. Anche il negoziato con Teheran è iniziato alle spalle di Israele, che su un accordo ora non ha voce in capitolo.
(da Il Foglio)
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