IL MINISTRO BOSCHI: “AMO MIO PADRE, E’ UNA PERSONA PERBENE MA SE HA SBAGLIATO DEVE PAGARE”
VOTO DI SFIDUCIA DALL’ESITO SCONTATO
“Io amo mio padre, che è una persona perbene. Ma se ha sbagliato deve pagare, come tutti. Non c’è spazio per favoritismi. Se i fatti contestati fossero veri? Mi dimetterei”. Nel nome del padre, è un ministro Maria Elena Boschi di lotta e di governo quella intervenuta a Montecitorio per rispondere alla mozione di sfiducia individuale per il presunto conflitto di interessi nel caso Banca Etruria, dove Pier Luigi Boschi è stato vice presidente prima del commissariamento.
Di governo, quando sottolinea che non ci saranno differenze di trattamento, di lotta quando rispedisce al mittente le accuse contenute nel testo della mozione presentata dal Movimento 5 Stelle.
“Non è mia intenzione esprimere valutazioni per la campagna contro la mia famiglia e contro il governo” ha detto la Boschi, che poi è entrata immediatamente nel vivo della questione: “C’è stato favoritismo, una corsia preferenziale? Questo è il quesito che viene posto. Se la risposta fosse sì, sarei io la prima a ritenere necessarie le mie dimissioni”.
Il motivo della presa di posizione è tutto ‘governativo’: “Sono orgogliosa di far parte di un esecutivo che esprime un concetto molto semplice: chi sbaglia deve pagare, chiunque sia, senza differenze e favoritismi. Se mio padre ha sbagliato deve pagare. Non devono esserci doppie misure”.
E se fossero provati favoritismi? “I provvedimenti del governo hanno pur indirettamente favorito la mia famiglia? E’ questa la domanda. Se la risposta fosse sì, sarei io la prima a ritenere necessarie le mie dimissioni” ha assicurato il ministro. Applausi dall’aula.
Successivamente la titolare delle Riforme è entrata nel merito della questione: “Mio padre accettò nel 2014 l’incarico nella Banca Etruria e con un decreto del febbraio 2015 gli è stato tolto l’incarico — ha detto — Dov’è il favoritismo nell’aver fatto perdere l’incarico a mio padre? Dov’è il favoritismo di Bankitalia nell’aver fatto pagare una multa di 144mila euro?”.
Nel proseguimento della sua replica, il ministro prima ha ricordato le origini umili della sua famiglia, poi ha dato i numeri del presunto conflitto di interessi: “Non siamo la famiglia della Banca Etruria” ha detto, sottolineando che la sua famiglia possedeva poche migliaia di azioni, ognuna del valore (all’epoca) di circa un euro l’una, ma che oggi valgono zero.
“Io posseggo, anzi possedevo, 1.557 azioni di Banca Etruria, per un valore totale di 1500 euro — ha detto — Oggi equivalgono zero e sono carta straccia. Anche altri in famiglia hanno piccoli pacchetti. Mio padre possedeva 7.550 azioni. Trovo suggestivo — ha aggiunto — sentire che con un pacchetto di 1.557 azioni io fossi la proprietaria della banca o che lo fosse la mia famiglia. Dire che la Banca Etruria è la banca della famiglia Boschi è suggestivo, ma non corrisponde a verità fatti”.
Sui tempi dei rapporti dei Boschi con la banca, inoltre, il ministro ha aggiunto che “nè io, nè la mia famiglia abbiamo acquistato o venduto azioni da quando io sono stata al governo, nessun plusvalore può essere stato realizzato. Ma siccome non voglio che ci siano dubbi in questa Aula, proviamo ad immaginare che ci siano state azioni”.
E giù con i numeri: “Prima del decreto il valore era sceso causando una minusvalenza. A seguito del decreto c’è stato un rialzo titoli che ha ridotto di 369 euro la minusvalenza — ha spiegato — Ammesso che avessi venduto azioni, ma non lo ho fatto, il grande conflitto di interesse di cui stiamo parlando al paese sono 369 euro. Analogo ragionamento vale per il pacchetto azionario della mia famiglia: ci sarebbe stato un conflitto di interessi per 2300 euro”.
Da qui la difesa personale: “Mi si dica che sono venuta meno ai miei doveri istituzionali, mi si dica, se lo si ritiene, che non sono all’altezza. Ma non vi consento di mettere in discussione la mia onestà , non ve lo consento io e non ve lo consentono i fatti che sono più forti del pressappochismo e della demagogia di questi giorni” ha detto la Boschi.
La conclusione è in pure stile Renzi: “Volete indebolire il governo? Lasciate perdere. La realtà dei fatti — ha aggiunto la Boschi — è molto più forte del qualunquismo, della demagogia e del populismo che dice che alcuni non sono uguali davanti alla legge. Nella nostra Italia siamo tutti uguali davanti alla legge e questo è dimostrato. Auguro a tutti voi di giudicare i fatti, che sono più forti della demagogia. A chi pensa così di indebolire il governo, dico: lasciate perdere. Il Governo è attrezzato per respingere attacchi e portare avanti la nostra azione — ha aggiunto — Non ci fermeranno le bugie, ma andremo avanti per dare all’Italia una nuova opportunità ”.
L’intervento è finito. Lunga standing ovation dei deputati del Pd. Applausi dal resto della maggioranza, mentre tutti i colleghi di governo si affollavano attorno a Boschi per abbracciarla.
Immobili tanto i deputati di Sinistra italiana quanto quelli di M5S. La cui posizione è riassunta dall’intervento di Alessandro Di Battista: “Il dottor Boschi è stato nominato vice presidente un mese dopo che la figlia è diventata ministro, pensate di prendere in giro il Paese con il vostro doppiogiochismo?”.
Accuse pesanti, ma non sono le uniche: “Il ministro Boschi ha un conflitto grande, non come una casa, come una banca” ha aggiunto l’esponente grillino, secondo cui “un ministro dovrebbe essere al di sopra di ogni sospetto, e lei — rivolgendosi alla Boschi — non lo è”.
Da qui l’accusa al governo nel suo complesso, ma sempre rivolta alla titolare delle Riforme: “Le esprimo la più totale indignazione verso il vostro governo per provvedimenti infami che hanno mandato sulla strada molti cittadini. Ha fatto un intervento pieno di pietismo e compassione, ma non abbiamo visto nè pietismo da parte sua nè da parte del Pd nei confronti di migliaia di cittadini truffati“.
Poi Di Battista ha provato ad entrare nel merito della questione: “Pensate che il punto di valore siano le azioni? Il punto è semplice: il governo Renzi e prima il governo Letta ha favorito o meno gli interessi delle banche? La risposta è sì” ha detto.
Poi la conclusione, con l’invito al ministro a farsi da parte: “Se quello che è successo a Boschi fosse accaduto in epoca berlusconiana, a Carfagna o Gelmini, sarebbero insorti tutti — ha detto — Oggi la mozione sarà bocciata. Non sappiamo se il caso si ingrosserà . Se dovessero sorgere altri elementi, evidentemente potrebbe succedere che il premier Renzi stesso possa chiedere di sacrificare il ministro Boschi — ha aggiunto — perchè Renzi difende solo se stesso. Voteremo sì alla mozione, Boschi dimettiti. E viva l’Italia, nonostante questa oscena ipocrisia“.
Nel frattempo, la mozione di sfiducia presentata da M5s contro il ministro Boschi per il presunto conflitto di interessi nel caso Banca Etruria rischia di avere un effetto collaterale non di poco conto: rompere la coalizione di centrodestra e la ritrovata intesa tra Forza Italia e Lega Nord.
Motivo del contendere è la decisione dei forzisti di uscire dall’Aula quando si tratterà di votare contro la titolare delle Riforme.
Il Carroccio, invece, ha deciso di dire sì al provvedimento contro la Boschi, al pari dei grillini e di Sinistra italiana.
(da agenzie)
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