IL PARLAMENTO EUROPEO IN PIEDI, STANDING OVATION E LACRIME PER LILIANA SEGRE: ANCHE LEGA E FDI HANNO IMPARATO L’EDUCAZIONE
IN ITALIA NON ANDO’ COSI, MEGLIO TARDI CHE MAI
È intervenuta nel corso della cerimonia della memoria per l’olocausto degli ebrei che si è svolta nella sede del Parlamento europeo a Bruxelles.
Liliana Segre ha tenuto un discorso alla presenza di tutti gli eurodeputati e del presidente dell’assise David Sassoli.
L’applauso Liliana Segre è stato circolare e assolutamente condiviso: tutte le forze presenti si sono alzate in piedi e hanno tributato una standing ovation alla senatrice a vita. Immagini molto diverse da quelle che abbiamo visto a Palazzo Madama, in occasione della discussione sulla nascita della commissione contro l’odio razziale e contro l’antisemitismo.
Non c’è stato spazio per le polemiche, ma solo per omaggiare una testimone dell’orrore che, ancora oggi, porta il proprio contributo educativo in tutte le istituzioni che frequenta, con la stessa costanza e con la stessa forza di sempre.
Tanti i passaggi significativi del discorso di Liliana Segre al Parlamento Europeo: la donna sopravvissuta ad Auschwitz ha insistito sul valore della vita e sul suo significato da trasmettere alle giovani generazioni.
Era diventata una “bambina invisibile” quando i nazisti la allontanarono dalla scuola, dalla vita quotidiana per mandarla ad Auschwitz insieme agli altri ebrei. Ora Liliana Segre si sente “nonna di se stessa”, di quella “bambina magra e sola” che ora nei suoi ricordi la senatrice a vita dice di non sopportare più. Ci sono lacrime e commozione intorno a lei quando racconta la sua storia nell’aula del Parlamento europeo, parlando a braccio, tutto d’un fiato, nella convinzione di dover insistere a raccontare il ‘Male’ ai giovani di oggi, spesso figli di “genitori molli” (parole sue), ma anche nella consapevolezza di doversi ritirare, alla bella età di 91 anni, non tanto per stanchezza fisica ma per ripararsi dai quei ricordi nel calore della sua famiglia.
“Il razzismo e l’antisemitismo ci sono sempre stati e ci sono tuttora, perchè sono insiti dell’animo dei poveri di spirito”. C’è chi “si volta dall’altra parte” e ci sono coloro che “approfittano di questa situazione e trovano il terreno adatto per farsi avanti”, dice la senatrice senza nominare direttamente chi fa politica soffiando sul razzismo di chi è vittima della “paura”, ma lasciandosi intendere benissimo.
«Non volevamo morire, eravamo attaccati alla vita comunque essa fosse. La forza della vita è straordinaria, bisogna trasmetterla ai giovani» — ha detto la senatrice a vita in un passaggio particolarmente toccante del suo intervento.
«Non nascondo l’emozione profonda di entrare in questo Parlamento europeo dopo aver visto all’ingresso le bandiere colorate di tanti stati affratellati nel Parlamento europeo, dove si parla, si discute, ci si guarda negli occhi — ha continuato Liliana Segre -. Non è stato sempre così».
E poi ancora il riferimento all’orrore nazista e alla guerra che sembrava aver distrutto definitivamente un’Europa che, anni dopo, si è ritrovata intorno alle sue istituzioni: «La mia non estinzione e il Parlamento europeo sono lo stesso miracolo».
E’ il suo addio al pubblico che per trent’anni l’ha ascoltata nelle scuole, un addio pronunciato davanti ai rappresentanti dei paesi europei affinchè raccolgano il testimone. Altri tre mesi, fino ad aprile, e poi Segre si ritirerà in privato, a cercare di dimenticare quella “ragazza magra e sola” e immaginare di essere invece la farfalla disegnata dai bimbi ebrei nei lager di Terezin, in Cecosvolacchia, libera di “volare su un filo spinato”.
Alla fine del suo discorso, si sono alzati tutti in piedi.
Qualche mese fa, quando è stata approvata la legge istitutiva della commissione contro l’odio razziale, dai banchi del centrodestra — soprattutto dagli scranni della Lega e di Fratelli d’Italia — ci fu il netto rifiuto a prendere parte a quell’omaggio.
(da agenzie)
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