IL PASTICCIO DELLE LISTE: COSA AVREBBE DOVUTO FARE UNA DESTRA SERIA
LE LISTE ANDAVANO RATIFICATE DAGLI ORGANISMI DI PARTITO UNA SETTIMANA PRIMA E PRESENTATE CON 24 ORE DI ANTICIPO…SE SI SBAGLIA, SI CHIEDE SCUSA AGLI ELETTORI, NON SI TRUCCANO LE CARTE…LA DESTRA E’ LEGALITA’ E RISPETTO DELLE LEGGI, NON UN COMITATO DI AFFARI…FACILE DIRE:”UNA PARTE DELL’ELETTORATO SAREBBE RIMASTO SENZA RAPPRESENTANZA”: QUANDO HANNO VOTATO LO SBARRAMENTO AL 3% SE NE SONO FOTTUTI
Lorenzo Cuocolo, docente di diritto costituzionale alla Bocconi di Milano, uno dei massimi esperti in materia e non legato a carri politici, ha commentato: “Il governo non ha varato un nuovo regolamento elettorale, ha lasciato in vigore l’esistente, ma spiegando come va interpretato. In realtà è un trucco: questi decreti si usano per nascondere innovazioni. Si parla di norme interpretative solo se ci sono contrasti precedenti, cioè se la norma precedente è ambigua e si presta a interpretazioni. Ma in questo caso la norma era chiara, quindi il decreto è una forzatura”.
D’altronde il principio per cui si possono sanare le mere irregolarità formali era già presente nell’ordinamento e non a caso abbiamo sempre sostenuto che il caso di Milano si sarebbe risolto positivamente, come quello del listino Polverini a Roma, attraverso i normali ricorsi. Sarebbe bastato attendere 48 ore e si sarebbe evitata la figura da trucidi che è stata fatta. Altro caso quello della lista del Pdl a Roma: non essendo stata presentata, impossibile sanarne gli errori.
E si è allora ricorsi alla patetica storia del “basta essere presenti nel Palazzo del tribunale” e si riaprono i termini di presentazione.
L’unico dato di fatto certo è che il delegato del Pdl si era presentato 40 minuti dopo l’ora fissata e ormai i termini erano scaduti.
Se il Pdl credesse veramente alla favola “ci è stato impedito fisicamente di presentare la lista”, avrebbe dovuto semplicemente attendere la relazione delle forze dell’ordine (il ministro degli interni è pure Maroni) e avrebbe visti riconosciuti i propri diritti.
Dato che così non è, ha dovuto giocare la carta truccate del decreto interpretativo.
Se con il pasticcio delle liste il Pdl ha perso il 3% di consensi in una settimana, col decreto (contrari il 67% degli italiani), ha perso pure la faccia.
Una destra seria come avrebbe dovuto comportarsi?
In primo luogo, le liste dovevano essere preparate e sottoposte al voto degli organismi interni almeno una settimana prima dalla presentazione: una volta approvate, nessun capobastone avrebbe più cercato di correggerle all’ultimo minuto, togliendo qua e aggiungendo là , come al mercato delle vacche.
In secondo luogo delegare alla consegna persone serie e presentare le liste almeno 24 ore prima della scadenza dei termini, in modo da affrontare le successive integrazioni formali eventualmente richieste con un giorno di margine.
In ogni caso, con una emergenza ormai verificatasi come quella di Roma, un leader di destra o accettava la legittima esclusione, ci metteva la faccia sui media e chiedeva scusa al proprio elettorato o seguiva un’altra strada.
Prendeva il telefono, chiamava i leader dell’opposizione, spiegava loro il fatto e trattandosi di un incidente che potrebbe un domani capitare ad altri si rimetteva al loro buonsenso per cercare una via d’uscita concordata: “abbiamo sbagliamo, ma se volete trovare una soluzione che permetta di vincere sul campo e non a tavolino. ve lo riconosceremo davanti agli italiani”. Un uomo di destra affronta le situazioni con umiltà , non usa l’arroganza del potere, sa perdere dalla parte giusta, non cerca di vincere dalla parte sbagliata.
Una destra vera è legalità e rispetto delle leggi e delle istituzioni dello Stato, non un comitato di affari o un consiglio di amministrazione aziendale.
Una destra vera non fa leggi ad personam o ad listam, e quando sbaglia lo ammette e paga di persona, non si inventa cavilli e scappatoie da vili.
Ultima osservazione dedicata a coloro che lamentano il fatto che “una parte degli italiani sarebbe rimasta priva di rappresentanza” senza il ripescaggio della lista del Pdl.
Ma quanti sono gli italiani che avete privato della rappresentanza quando, insieme al Pd, avete inciuciato quella schifosa norma del blocco al 3% per poter essere rappresentati in parlamento?
Quanti italiani, a botte di 2,9% ciascuno, avete emarginato dalla vita politica per dividervi le poltrone?
Quante gente non vota neanche più perchè non si sente rappresentata dalle due maggiori coalizioni?
Alle prossime regionali si parla di un 40% di italiani che non voteranno: rappresentano il vero maggiore partito italiano, quello degli incazzati.
Una destra vera, sociale e nazionale, non emargina il popolo, lo coinvolge nelle scelte democratiche, tutela le minoranze, non le schiaccia, ha rispetto delle leggi, non se ne fotte. Un uomo di destra sa vincere sul campo, non cerca di corrompere l’arbitro.
E quando perde una partita vuole uscire dal campo a testa alta, tra gli applausi dei suoi sostenitori e il rispetto degli avversari, cosciente di aver onorato la maglia.
Non scappare di corsa negli spogliatoi tra i fischi, come chi ha rubato la partita.
Leave a Reply