IL PIANO DI BERLUSCONI PER VINCERE LE ELEZIONI
UNA GRANDE COALIZIONE CON CESPUGLI CENTRISTI E DUE DIVERSE STRATEGIE PER CAMERA E SENATO… SALVINI E MELONI ALL’ANGOLO: CORRERE DA SOLI E IL RISCHIO DELL’IRRILEVANZA
Bambini, la ricreazione è finita.
Il piano che Silvio Berlusconi ha studiato nei minimi dettagli e che si prepara a lanciare dopo la pausa estiva punta a vincere le elezioni federando il centrodestra attorno a due sistemi diversi per Camera e Senato.
E prevede, racconta oggi Carmelo Lopapa su Repubblica, una grande lista civica nazionale che vedrà tutti dentro, alla Camera: da Forza Italia alla Lega, da Fratelli d’Italia ai centristi che ci sono e quelli tornati a casa; al Senato invece debutterà una coalizione, una federazione di partiti di centrodestra, alleati ma divisi .
Un piano che però potrebbe non avere un andamento così lineare come lo immagina il Cavaliere.
Perchè è evidente che prevede un accordo che ad oggi è giudicato impossibile dagli altri due maggiorenti del centodestra riunito, ovvero Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Il primo ha già fatto sapere che non ha alcuna intenzione di infilarsi in una grande ammucchiata che lo vedrebbe alleato con chi ha sostenuto i governi di centrosinistra.
E se ne capisce perfettamente il perchè: in questi anni Salvini ha costruito una leadership a suo modo alternativa rispetto a quelle tradizionali della generazione precedente di politici di centrodestra.
Una politica fatta di promesse e soluzioni alternative a quelle che potrebbe perseguire ingabbiato in una grande coalizione in cui bisogna trattare con i cespugli.
Salvini rischierebbe di fare la fine di Bossi, spesso inguaiato nelle trattative e costretto a costruire una narrazione fatta da una Lega di lotta e una Lega di governo.
Dall’altra parte c’è Giorgia Meloni, più possibilista rispetto a Salvini ma anche lei spinta dai risultati a marcare distanza nei confronti degli ex traditori del centrodestra che non vuole per niente riaccogliere a braccia aperte.
Ma Berlusconi per ora non sembra così preoccupato. Spiega Repubblica che i suoi delegati stanno lavorando al rientro nel recinto di Angelino Alfano, tramite la chiusura di un accordo sul voto in Sicilia.
Stanno sovrintendendo all’operazione avviata dall’ex ministro Enrico Costa che a settembre tenterà di dar vita a un nuovo soggetto “civico” col coinvolgimento di altri moderati.
E poi ci sono i pezzi sparsi da riaggregare: Gaetano Quagliariello con la sua Idea che si è già federata con Forza Italia al Senato, l’Udc di Lorenzo Cesa e Rocco Buttiglione impegnato con Gianfranco Rotondi e la sua Rivoluzione cristiana alla nascita di una sigla che richiami il Ppe, da presentare in autonomia al Senato e invece in lista con Fi e gli altri alla Camera.
E ancora, Flavio Tosi di Fare, col quale tiene una dialogo aperto l’avvocato veneto Niccolò Ghedini. Rientra nel progetto anche Stefano Parisi che gira l’Italia con Energie per l’Italia (ieri in Sicilia) e Raffaele Fitto, che va forte soprattutto in Puglia con Direzione Italia.
Anche se l’eurodeputato leccese sta ancora valutando se accettare il corteggiamento del duo di destra Salvini-Meloni.
Insomma, il Grande Centro di cui il Cavaliere sarebbe l’azionista principale servirebbe a tenere a bada anche le ambizioni di Salvini e Meloni.
Il rischio è correre da soli e finire condannati all’irrilevanza.
(da “NextQuotidiano”)
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