IL PREMIER PARLA DI PROGRAMMA DA RISPETTARE, MA CHI NON LO RISPETTA E’ LUI
ORA BASTA SPOT: GLI ELETTORI DEL PLD HANNO VOTATO PER LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, NON PER LE LEGGI AD PERSONAM, PER QUELLA DELLA SCUOLA E DELLA SICUREZZA, NON PER SOLI TAGLI CHE NE PREGIUDICANO IL FUNZIONAMENTO… PER LA LEGALITA’, NON PER UN “PARTITO DELLA LIBERTA’ VIGILATA”, PER UN’ITALIA UNITA, NON PER LA SECESSIONE, PER L’ETICA POLITICA NON PER I PUTTANIERI
La classe politica italiana nel corso del dopoguerra, quando litiga per le poltrone, ama usare il metodo apparentemente nobile di richiamarsi al programma.
“Entrerete a far parte della giunta?”, chiede il giornalista all’esponente locale di uno dei tanti partiti che pullulano nel nostro Paese.
Mai che dicano: “se ci danno un assessorato sì”, la risposta ipocrita è sempre fotocopiata: “dipende dal programma”.
Questa regola del richiamo al programma vale prima, per acchiappare la poltrona, e vale dopo per mantenerla.
Anche il premier è due anni che parla di “rispetto del programma”, salvo, in primo luogo, confondere quello del Pdl con quello della Lega e, in secondo luogo, fottersene.
Scendiamo nel dettaglio con una serie di esempi concreti.
1) Riforma della giustizia: sono due anni che abbiamo sentito solo parlare di legittimo impedimento, processo breve, lodo Alfano, tutti provvedimenti ad personam che servono al premier per scapolare da due processi.
Sarebbe questa la riforma dell’ordinamento giudiziario necessario per assicurare una giustizia più rapida?
2) Sistema carcerario: dopo due anni di chiacchiere, nulla è stato fatto.
Mai come ora, dopo l’ultimo indulto, gli istituti di pena sono cosi a tappo, con oltre 66.000 detenuti, una vergogna per un paese occidentale.
3) Riforma della scuola: tagli massicci di miliardi spacciati per riforma che hanno portato tanti istituti persino alla colletta tra i genitori per comprare la carta igienica, blocco degli scatti per 4 anni e meritocrazia propugnata proprio da colei che, per passare l’esame di Stato da avvocato, è andata a sostenerlo a Catanzaro.
4) Sicurezza: tagli di 3 miliardi di euro alle forze dell’ordine, questure con volanti ferme per mancanza di pezzi di ricambio, straordinari non pagati agli agenti, mancano persino le crocchette per i cani poliziotto, aumenti contrattuali di 10 euro lordi a chi rischia la pelle per la Casta.
Per un governo di centrodestra davvero un bel fiore all’occhiello
5) Immigrazione clandestina: lo abbiamo già scritto spesso, Maroni fa solo spot.
Circa 8.000 profughi in meno a Lampedusa, 300.000 irregolari in più in un anno arrivati comodamente in aereo e treno col visto turistico e mai più visti. Anche perchè per rintracciarli occorrerebbero agenti che non ci sono.
Molti stanno in ufficio a fare il lavoro che dovrebbe fare un civile.
Per non parlare dei 5 miliardi di dollari regalati a Gheddafi per fare il lavoro sporco sui profughi al nostro posto: una vergogna che ci ha gratificato di decine di condanne internazionali.
6) Nel programma del Pdl era forse prevista una legge sulle intercettazioni “formato bavaglio” a magistrati, forze dell’ordine e stampa libera?
Era previsto ridurre la possibilità di indagine per reati connessi alla criminalità mafiosa?
7) Nel programma del Pdl era prevista la difesa di inquisiti?
Di chi acquista 2/5 di un appartamento non sapendo che gli altri 3/5 sono stati pagati a sua insaputa da un imprenditore uso a pagare tangenti?
Di chi si fa fare massaggi in una struttura di proprietà di un imprenditore con cui non dovrebbe avere rapporti privati o usufruisce di un piedaterre pagato da terzi?
Di sottosegretari accusati di collusione con la mafia?
Di coordinatori accusati di aver messo in essere associazioni segrete e la cui banca è stata commissariata dalla Banca d’Italia?
O era forse previsto promuovere a ministro un condannato a 2 anni di galera perchè potesse usufruire del legittimo impedimento?
Fateci sapere a che pagine del programma era scritto, nel caso.
8) Nel programma era previsto forse un federalismo, gestito da tre persone come fossero un’associazione carbonara, di cui non si possono ancor oggi sapere i costi per gli italiani?
O era forse previsto un federalismo che porterà all’aumento delle tasse locali, dopo aver promesso per 16 anni “meno tasse per tutti”?
9) Nel programma di governo era forse previsto che una forza della coalizione un giorno si e un altro no sputasse contro l’unità nazionale, tra diti medi alzati e rutti padani, in palese contrasto con le leggi della Repubblica e la sua Costituzione, senza che da Palazzo Chigi si sia mai levato un richiamo?
10) Era forse scritto nel programma del Pdl che qualcuno a Palazzo Grazioli ricevesse decine di fanciulle in tubino nero e qualche escort, facendo avere all’estero l’immagine di un Paese di puttanieri?
A questo punto qual’è il programma cui nel Pdl si richiama il rispetto per i prossimi tre anni?
E qualcuno ha il coraggio di minacciare “Al primo incidente, si vota?” .
A parte che non decide lui quando si vota, prima di votare occorre che in Italia siano ripristinate le regole elementari della democrazia: legalità , corretta informazione e pluralismo.
Le regole esistono per essere rispettate, non per essere stravolte.
Come i programmi esistono per essere applicati, non per farne uso personale.
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