IL PRESIDENTE ARREDATORE: COMPRATE ALL’IKEA PER RIFARE L’ABRUZZO
BERLUSCONI AD ONNA ANNUNCIA UN CONTRIBUTO DI 3.000 EURO PER ARREDARE LE CASE DEI TERREMOTATI…”ALL’IKEA SI COMPRA BENE”…CALDEROLI SI INALBERA E PROPONE I MOBILI DELLA BRIANZA AL GRIDO DI “PADRONI DEI MOBILI A CASA NOSTRA”….PECCATO CHE NON SAPPIA CHE L’IKEA…
Il 25 aprile il premier in visita ad Onna, da presidente “liberatore” si tramuta in presidente “arredatore” e di fronte alle famiglie dei terremotati che gli si stringono intorno, lancia una nuova idea: “Andate all’Ikea e con pochi soldi arredate la nuova casa”.
Già , pochi soldi, ma sempre troppi per gente che ha perso tutto.
Attimo si silenzio, poi Berlusconi si tira fuori dall’impasse aggiungendo: “Magari si farà un provvedimento per risarcirvi di quei pochi soldi” e già qualcuno parla di un contributo di 3.000 euro.
In serata arriva la replica del ministro Calderoli che, dopo averci pensato tutto il pomeriggio, precisa: “Berlusconi si è certamente sbagliato, non avrà voluto dire Ikea, ma idea. Per comprare i mobili è meglio prendere quelli fatti in Italia, in particolare quelli brianzoli, che sono all’avanguardia e robusti. Non c’è dubbio che l’idea di aiutare gli sfollati a ricomprare i mobili è buona, purchè siano mobili fatti a casa nostra”.
Insomma qualcuno ha già storto il naso, convinto che in quel modo, si ingrassino solo le casse del colosso svedese.
Niente di più inesatto: attorno alla multinazionale, infatti, vi è un tessuto produttivo fatto di una quarantina di aziende italiane, di cui evidentemente Calderoli ignora l’esistenza.
Il made in Italy fa sentire il suo peso: la Natuzzi che produce divani, la conceria Mastrotto e la vetreria Rocco Bormioli ne sono solo un esempio.
Solo apparentemente si comprano esclusivamente prodotti svedesi, in realtà si foraggiano le fabbriche e i mobilifici della Penisola.
Senza dimenticare che i 6.000 addetti in forza al gruppo nei negozi italiani sono tutti cittadini del nostro Paese e il piano messo a punto per il 2009 prevede altre 750 assunzioni, grazie ai nuovi punti vendita in costruzione a Rimini, Salerno e Gorizia, oltre l’ampliamento dello store di Torino.
Un sussidio indiretto quindi ai lavoratori italiani.
Inutile azzardare le previsioni sulle risorse che potrebbero accompagnare il decreto-Ikea, certo che eventuali agevolazioni dovranno essere estese a tutta la filiera mobiliare, per evitare di incappare in discriminazioni facilmente censurabili come anticostituzionali.
Certo che i benefici che arriveranno dal singolare suggerimento del premier andranno ad aggiungersi alle previsioni assai positive di Ikea, leader dell’arredamento a basso costo, insieme a Mercatone Uno e Mondo Convenienza, in netta controtendenza rispetto allo scenario internazionale e alla crisi dei consumi.
Lo scorso anno il fatturato della multinazionale svedese ha raggiunto, infatti, 1,3 miliardi di euro, con un incremento del 5,3% rispetto all’esercizio precedente.
Quest’anno il gruppo scommette in un altro aumento stimato intorno al 5%.
Il nostro Paese è al sesto posto nelle vendite dei mobili Ikea nel mondo, con grandi benefici pertanto anche nell’indotto.
Questa volta non si può dire che Silvio non l’abbia azzeccata, con buona pace del “semplificatore” Calderoli.
Ai terremotati ora la scelta …
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