IL PRESIDENTE DELL’INPS: “SENZA IL REDDITO DI CITTADINANZA RESTANO SOLO LA NASPI E LE MENSE DELLA CARITAS”
“I DUE TERZI DELLE PERSONE CHE LO PERCEPISCE SONO PERSONE CHE NON POSSONO LAVORARE, OVVERO ANZIANI E DISABILI”… MA AL GOVERNO DEI RICCHI SOVRANISTI SAI CHE GLIENE FREGA DEI POVERI E DEI DEBOLI
«Per milioni di persone, senza il reddito di cittadinanza rimarrebbe solo la Caritas. Esiste la Naspi per chi perde il lavoro, per un massimo di 2 anni. Ma ricordiamoci sempre che il Rdc oggi per i due terzi viene dato a persone che non possono lavorare (anziani, disabili, minori), o non hanno mai lavorato, o non hanno una storia contributiva recente».
Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico in un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano oggi difende il sussidio voluto dal governo Lega-M5s. Prendendosela con i “divanisti”: «Da aprile 2019 a oggi hanno ricevuto il pagamento di almeno una mensilità 2,24 milioni dinuclei familiari per un totale di oltre 5 milioni di persone, con un importo medio Rdc-Pdc (reddito e pensione di cittadinanza) attualmente di circa 550 euro per nucleo e una spesa totale di circa 8 miliardi l’anno. Si è raggiunto un record di percettori nel picco della pandemia, nella prima parte del 2021, con 3,9 milioni di individui beneficiari di almeno una mensilità di Rdc».
Il Rdc e i divanisti
«Oggi, rispetto al tempo della pandemia, l’economia va meglio. E a ottobre i percettori sono scesi a circa 2,45 milioni di persone, corrispondenti a 1,16 milioni di nuclei familiari. Circa il 20% dei percettori già lavorava, con guadagni minimi, fin dall’inizio della misura e non ha smesso di farlo. Anzi ha aumentato la propria offerta sul mercato, come abbiamo rilevato nell’ultimo rapporto annuale Inps. Un dato sufficiente a rilevare che il reddito non incentiva a stare sul divano», conclude Tridico.
E l’aiuto nel trovare una nuova occupazione? «Sono circa 350 mila nel triennio coloro che hanno stipulato un contratto di lavoro, nella prevalenza dei casi a termine. Sicuramente una cosa non ha funzionato, ovvero l’accesso agli sgravi contributivi previsti dal programma per le assunzioni, utilizzato solo da poco più di mille aziende. Sia perché in questo periodo abbiamo solo denigrato la misura piuttosto che farla conoscere. Sia perché le aziende non sono abituate a cercare manodopera attraverso i Centri per l’impiego, che non considerano efficienti».
Nel colloquio con Salvatore Cannavò Tridico tiene il punto anche sui numeri dei lavoratori: «Ribadisco che il 20% dei percettori del Rdc lavora, sono working poor a cui viene integrato il reddito, percentuale aumentata rispetto al 2019, quando era del 18,5%.
Inoltre, il profilo dei percettori nel 70% dei casi è costituito da persone con bassa istruzione, spesso difficili da allocare sul mercato, un mercato che per buona parte dell’ultimo triennio è stato bloccato da pandemia e crisi. Ciò premesso, la riattivazione sul mercato, la presa in carico e le politiche attive rimangono l’anello debole non solo del programma del Rdc, ma delle politiche del lavoro più in generale».
(da agenzie)
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