IL RACCONTO DI UNA OPERATRICE TELEFONICA: “CI PREMIANO SE DIROTTIAMO IL PAZIENTE VERSO LA SANITA’ PRIVATA”
IL PREMIO PER I DIPENDENTI DI UN CALL CENTER
Gli operatori telefonici dell’ospedale privato, e accreditato con il servizio sanitario regionale, MultiMedica ricevono un premio sullo stipendio qualora riescano a proporre e a ottenere il consenso da parte dei pazienti a essere spostati dall’agenda pubblica a quella privata.
A rivelarlo è Radio Popolare che, durante la trasmissione 37e2 del 2 dicembre condotta da Vittorio Agnoletto, ha pubblicato il racconto di una dipendente di questo call center.
Lo sconto di benvenuto
L’opera di convincimento si baserebbe su uno sconto di benvenuto, una sorta di tariffa agevolata. In questo modo, il cittadino rinuncia all’assistenza sanitaria gratuita, o con il solo ticket, per legarsi a una struttura privata anche per le eventuali prestazioni successive.
La conferma di questo modus operandi è arrivata dalla stessa MultiMedica attraverso una lettera spedita alla trasmissione 37e2: “Avendo la prestazione una tariffa un po’ più alta, come azienda abbiamo deciso di riconoscerne una parte ai nostri operatori telefonici, come ulteriore premio sulla loro retribuzione variabile”, si legge.
“La vera faccia dell’equivalenza pubblico-privato”
“Questa è la vera faccia dell’equivalenza pubblico-privato”, ha commentato Agnoletto che, oltre che conduttore di 37e2 è anche medico, docente universitario: “Dopo aver indebolito le strutture pubbliche e aver allungato ulteriormente le liste d’attesa, è lampante l’azione del privato per erodere ulteriormente il ruolo delle strutture sanitarie pubbliche trattando le persone come clienti da contendersi sul mercato con le offerte del giorno”.
Non è ancora chiaro se questo tipo di comportamento abbia o meno una rilevanza giuridica. Resta da capire anche se e quanto questo tipo di pratica stia danneggiando gli interessi degli utenti, costretti a pagare servizi sanitari privati, per sfuggire alle liste d’attesa.
Il presidente nazionale di Medicina democratica Marco Caldiroli ha già detto che intende verificare se “le modalità operative poste in essere in questa struttura siano pratiche diffuse anche altrove”. In questo modo, dice, si “spiegherebbe, almeno in parte, per quale motivo ci siano liste d’attesa nel servizio sanitario pubblico anche di due anni”.
(da Fanpage)
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