IL RAGAZZO TUNISINO ACCUSATO DA SALVINI: “NON SONO UNO SPACCIATORE, SALVINI MI HA ROVINATO LA VITA”
NEL QUARTIERE CONFERMANO: “SALVINI HA PRESO UNA CANTONATA, QUELLA E’ UNA FAMIGLIA PER BENE”… L’AVV. CHATY LA TORRE PRESENTA DENUNCIA CONTRO SALVINI
Cappuccio alzato, giubbotto nero, cellulare in mano, il migliore amico a fargli da guardia del corpo.
Gioca a calcio nell’Imolese, ha una fidanzata ed è «uno studente come tutti gli altri», il 17enne che l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini ha accusato di fare lo spacciatore. Si chiama Yassine, ma gli amici lo chiamano “Iaia”.
«Non voglio fare dichiarazioni – dice salendo in casa, poco dopo l’ora di pranzo – ho un avvocato: chiedete a lei. Sono appena andato nel suo studio per fare denuncia». Sale in casa e ridiscende, fuma una sigaretta, torna a rispondere al telefono, si porta un dito alla bocca, come dire: non parlo più. «Lasciatemi stare».
Lo difenderà la legale Cathy La Torre: a lei si sono rivolti anche i genitori del ragazzo. Alla legale rende la sua testimonianza con un video.
Il fratello maggiore di Yassine, pugile, ha avuto dei precedenti penali. «Rissa, rapina, ma mai per spaccio – spiega Iaia – adesso ha la sua famiglia, lavora non abita più al Pilastro da due anni e mezzo. Si è messo la testa a posto».
A Salvini lancia l’appello: «Rimuova quel video, non se ne può più».
Il padre, di origini tunisine, fa il corriere da Bartolini, la madre, italiana, è in pensione, lavorava in una mensa.
«Mio padre c’è rimasto malissimo – ha ammesso il ragazzo martedì sera, registrato da Fanpage – Io non faccio queste cose. Sono uno studente normalissimo, vado a scuola come tutti gli altri. Salvini non può presentarsi qui e chiedermi se spaccio, è diffamazione».
Ora Iaia non vuole più parlare coi giornalisti: «Non mi ero accorto di essere registrato l’altra sera: sono minorenne».
Il quartiere è tutto con lui, venerdì organizzeranno una fiaccolata di sostegno alla famiglia. «Io mi sono messo a piangere quando ho visto quel video – spiega Giacomo Ganassi – quello è un bravo ragazzo, un amico di mio figlio, giocano a pallone insieme. Dicendo quelle cose Salvini ha offeso un po’ anche noi».
Al Pilastro «dal più piccolo al più grande ci conosciamo tutti – salta su un ragazzo di 24anni – ma io neanche ai tempi della “Uno Bianca” ho visto fare cose del genere. Non è concepibile. Non è mai successo, tutto solo per avere voti. Quella è una famiglia per bene. Poi lo sanno tutti che un ragazzino di 17 anni non può spacciare al Pilastro: se lo vede qualcuno lo vede gli tira le orecchie e lo rimanda subito a casa».
(da “La Repubblica”)
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