IL RESPONSABILE DI UNICEF E’ IL NUOVO EROE DI TWITTER
ENTUSIASMO IN RETE PER L’ADDETTO ALL’ACCOUNT DELL’ORGANIZZAZIONE UMANITARIA: “IL 100% DELLE PERSONE CHE SOCCORRIAMO SONO ESSERI UMANI, SAREBBE BELLO SE LO FOSSERO ANCHE IL 100% DELLE PERSONE CHE COMMENTANO”
Hashtag #eroe. Così su Twitter un utente, @Giovanni_N0, definisce “quello/a dietro l’account de @UNICEF_Italia che risponde a tutti invece de scriveje….”, segue insulto nei confronti di quanti lo attaccano.
Sì, perchè in questi giorni di feroci polemiche politiche sul ruolo delle Ong nel salvataggio in mare dei migranti, con il procuratore di Catania che parla di possibili legami tra volontari e scafisti, sull’account del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, c’è un social media manager (smm) che ribatte punto su punto ad ogni tentativo di polemica, fornendo dati, cifre e argomenti ai quali è difficile, se non impossibile, replicare (o, per dirla con linguaggio internettiano, “trollare”).
E a chi ci prova, il nostro #eroe risponde puntuale, asciutto. Opponendo fatti a opinioni, in maniera dura ma mai offensiva.
Alcuni esempi: due giorni fa, il 28 aprile, Unicef Italia sul suo account Twitter pubblicava la foto di una piccolissima migrante salvata in mare e scriveva: “#Rispetto per chi soccorre #Rispetto per chi soffre #Rispetto per chi muore. Nessun rispetto per chi infanga”. L’attacco di @Paolo_ms3 arriva il giorno dopo: “E’ odioso l’utilizzo strumentale dei bambini in foto. In quale % sono i bambini tra coloro che soccorrete? Bambini non finti minorenni!”.
“Il 100% delle persone che soccorriamo sono esseri umani – è la replica di Unicef – E sarebbe bello se lo fossero anche il 100% delle persone che commentano”.
Una risposta che però non soddisfa @valeriamoretti8: “Non so se vi è chiaro che gli aventi diritto sono pochissimi…perchè una volta salvati non li riportate indietro? Nessuno penserebbe male..”. Anche in questo caso la replica è puntuale: “Non sappiamo se ti è chiaro che Unicef, Ong, Governo italiano e Unione Europea sono soggetti completamente differenti per missione e ruolo”.
E oggi @Paolo_ms3 è tornato alla carica: “Una curiosità¡….ricevete compensi per l’attività¡ che fate?”. “No – è la risposta – i volontari a bordo li paghiamo noi. Comunque sei parecchio lontano dal capire che il business è in Libia, non in mezzo al mare…”. “Quindi. Che volontari sono – incalza @vitomastropasq2 – Chi sceglie i volontari pagati? E quanto guadagnano?”. “I marinai della Guardia Costiera sono professionisti dipendenti dello Stato, ministero dei Trasporti. Dovrebbero lavorare gratis? Tu lo fai?”, ribatte Unicef. Nessuna retorica, nessun accenno alle cifre che la stessa Unicef fornisce attraverso altri media e che parlano di oltre 150 bambini morti attraversando il Mediterraneo centrale dal Nord Africa all’Italia e della 849 persone che risultano disperse in mare lungo la rotta, dal primo gennaio 2017 ad oggi.
Ma @vitomastropasq2 non è soddisfatto: “Siii mi riferisco a chi fa servizio x le Ong se sono li solo per scopi umanitari. O pensano anche alle loro saccocce”.
E di nuovo arriva la risposta di Unicef: “Tu che giudichi tanto, fai un lavoro più degno e importante di chi salva vite umane? Lavori gratis? Perchè pensi che gli altri debbano farlo?”.
Poi, di fronte ad un nuovo attacco sugli stiupendi dei volontari che “non vengono resi noti”, arriva un tweet nettissimo: “Il solito vizio di giudicare prima di conoscere. Vuoi conoscere i nostri stipendi? Chiedi. Sono online, da anni: http://www.unicef.it//doc/3050/rapporti-di-lavoro-e-retribuzioni.htm”. E a quel punto arriva il tweet di @tanocacchione che si rivolge a @Paolo_ms3 e, lapidario, chiude la discussione: “Sei un poveraccio”.
Il smm di Unicef risponde puntuale ad ogni post, anche a quelli di livello ancora più basso: “I figli dei migranti sgozzeranno i nostri figli. Noi dobbiamo proteggere i NOSTRI FIGLI”, scrive @Patriota_22.
E la replica è sconsolata: “Davvero il sonno della ragione genera mostri…”.
(da “Huffingtonpost”)
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