IL ROTTAMATORE DIVENTA RICICLATORE: RENZI PIAZZA D’ALEMA ALLA UE
E SISTEMA MOLTI ALTRI VETERANI NELLE LISTE DELLE ELEZIONI EUROPEE
Rottamare ma anche no, visto che molti sono ancora ben saldi sulle loro poltrone e altri in corsa per occupare il 25 maggio prossimo quelle del Parlamento europeo.
Del leit motiv dell’ascesa di Matteo Renzi non vi è più traccia.
I funerali si sono tenuti nel tempio di Adriano in occasione della presentazione del libro di Massimo D’Alema Non solo euro.
I sorrisi, le strette di mano e le fotografie hanno come d’incanto spazzato via i giudizi al vetriolo che l’ex capo del Copasir e il premier si sono scambiati.
Era l’8 novembre 2013 quando D’Alema lo definì “uno che mente, ignorante, spiritoso ma superficiale”
E Renzi rispose: ”La sinistra l’hanno distrutta loro”.
Nel frattempo Renzi ha conquistato il timone del Pd che continua a navigare in acque agitate e quello del governo che per sopravvivere ha bisogno anche di chi “ha distrutto la sinistra”.
D’Alema da parte sua aspira a essere il candidato italiano alla presidenza della Commissione europea obiettivo che necessita del benestare di Renzi.
Quanto basta per trasformare l’asprezza dei toni e delle parole nella rassicurante puntualizzazione di D’Alema: “Per chi pensa al pregresso vorrei dire che questo non è un dibattito, siamo d’accordo pressochè su tutto. Facciamo parte della stessa squadra, non del Pse ma di una visione fortemente condivisa che parte da un grande amore verso l’Europa”.
Se fosse musica sarebbe una tarantella napoletana: “scurdà¡mmoce ‘o passato, simmo ‘e Napule paisà !
Il resto è l’usato venduto per nuovo.
Come il neo segretario regionale del Pd siciliano, Fausto Raciti, nonostante i suoi 30 anni. Deputato candidato da Bersani nel listino bloccato, per otto anni segretario nazionale dei giovani del Pd.
Sostenuto alle primarie per la segretaria dal renziano David Faraone, ex deputato dell’Ars, responsabile Welfare del Pd, indagato per peculato nell’inchiesta sui rimborsi.
E se non bastasse per capire che la rottamazione è uno degli effetti speciali di Renzi basta scorrere le liste, che verranno ufficializzate a fine mese, delle candidature per le Europee.
Si va dai veterani come Giuseppe Lumia, Sergio Cofferati, Paolo De Castro, Giuseppe Lupo, Gianni Pittella, l’ex sindaco di Firenze Leonardo Domenici, al veltroniano poi mariniano Goffredo Bettini all’ex presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, a Salvatore Caronna, agli uscenti David Sassoli, Andrea Cozzolino, Marco Zambuto, Antonello Cracolici fino agli ex ministri del governo Letta Flavio Zanonato e Cècile Kyenge e alla deputata bersaniana e sua ex portavoce illuminata sulla via di Damasco da Renzi, Alessandra Moretti.
Sarà perchè, come spiega il responsabile Comunicazione del Pd, Francesco Nicodemo: “Vogliamo rottamare ciò che è dannoso ma dialogando con tutti” (tradotto: mantenendo le poltrone di tutti). O perchè i renziani doc sono tutti al governo, per dirla con Maria Elena Boschi la ministra che aspira a passare alla storia “per le riforme e non per le sue forme” per cambiare il Paese, felici di sacrificare la loro vita privata.
Fatto sta che l’esercito dei rottamati è vivo e vegeto.
Un posto a sè lo occupa il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta al quale il 30 ottobre del 2012 ospite di Ballarò Renzi disse: “Caro Crocetta io voglio rottamare questa classe dirigente non per un atto anagrafico, ma perchè ha fallito”.
Lui rispose: “La politica è una cosa seria bisogna favorire l’ingresso dei giovani e delle donne, ma non puoi parlare questo linguaggio di persone che hanno una storia sicuramente migliore di te…”.
Commento di Renzi: “A naso ti vedo esaltato”. Crocetta: “Esaltato sei te che hai detto a me cose che non dovevi dire”.
Crocetta, che ieri ha incassato le dimissioni dell’assessore all’economia Luca Bianchi, che hanno tutta l’aria del capitano che abbandona la nave prima che affondi, a Un giorno da pecora ha detto: “Raciti è un bravo giovane. Sarebbe folle non appoggiare Renzi, lui è passato attraverso le primarie perchè voleva fare il premier ed è il nostro segretario… Anche Enrico Letta non era stato eletto… e poi un governo era necessario”.
È il Pd che di necessità fa virtù.
Sandra Amurri
(da “il Fatto Quotidiano”)
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