IL SOCCORSO DI RENZI ERA ATTESO: ECCO PERCHE’ FDI E’ ANDATA AVANTI
APPOGGIO CONTINUO SU RIFORME COSTITUZIONALI, ECONOMIA E GIUSTIZIA… CALENDA HA PORTATO IN PARLAMENTO LA RUOTA DI SCORTA DEI SOVRANISTI
Quando alla fine della seconda chiama il conteggio comincia a segnalare che Ignazio La Russa diventerà presidente del Senato senza FI, un solo nome aleggia nell’aria: “Matteo Renzi”. Un tam tam spontaneo.
È un attimo che il “predestinato” si materializza fuori dall’Aula, si lascia inseguire, si ferma ogni 5 metri con un capannello diverso. “Non siamo stati noi, altrimenti lo rivendicherei con orgoglio. Noi 9 abbiamo votato scheda bianca. È chiaro che c’è un regolamento di conti intorno al centrodestra”, lo dice, lo ripete, se lo fa chiedere.
Nove sarebbero i 5 di Iv e i 4 di Azione. Eppure, i conti non tornano: 16 di FI (tranne Silvio Berlusconi e Maria Elisabetta Casellati) non ritirano la scheda. Quindi, mancano proprio i numeri per arrivare ai 17 voti “in più”.
Mentre Carlo Calenda – autenticamente disperato – telefona a tutti per chiarire che Azione ha votato scheda bianca, Renzi dissemina informazioni, che si rivelano indizi. “Ho chiuso l’accordo con l’opposizione – racconta – ho visto Dario Franceschini e Stefano Patuanelli. Entrambi hanno convenuto che qualcosa tocca anche a noi e ci faranno sapere martedì: o vicepresidenza del Senato o questore della Camera”.
Eppure Franceschini interpellato assicura che lui non ne sa nulla, non se ne occupa. E ai piani alti del Pd chiariscono che al massimo il fu Rottamatore può puntare alla presidenza della Vigilanza Rai per Maria Elena Boschi.
Intanto, cominciano a girare i video del voto, il Var: quelli di Azione sono passati troppo velocemente per votare, Renzi addirittura si è fermato. Mentre lui dice a chiunque: “Non è che quando succede qualcosa sono stato io” vengono in mente i 101 che affossarono Romano Prodi. Renzi fu il primo a dire che la candidatura del Professore non era più sul tavolo. Per passare le ore successive a smentire i sospetti: “Dovete smetterla di dire che sono stato io”. Allora, ci fu un concorso di colpe.
Che la manovra di ieri era orchestrata non lo dicono solo i rumors del Parlamento, ma anche la scelta di FdI di votare comunque La Russa e non scheda bianca, come pareva avrebbero fatto davanti al non voto di FI
Il soccorso (che comunque nell’opposizione comprende anche un paio di voti del Pd e di M5s) evidentemente era atteso.
Ieri Renzi passa buona parte della prima seduta del Senato parlando con il centrodestra. Non si fa mancare neanche un incontro in Aula con Berlusconi (il quale poi lo accusa di aver votato La Russa), visto che “la Ronzulli non ci fa mai incontrare”.
Ma i segnali ci sono da settimane. Il leader di Iv ha dato la sua disponibilità sulle riforme costituzionali. Dentro FdI si dicono certi che sull’economia arriverà in appoggio all’occorrenza. Qualche giorno fa è stato avvistato a Milano, a una cena al Cipriani, con la Santanchè.
Per lunedì sera era prevista la presentazione a Roma di un libro con Carlo Nordio. Quest’ultimo ha dovuto disertare, ma ieri assicurava: “Recupereremo”.
Sulla giustizia, le convergenze non mancano. Per Renzi, l’occasione è politica: si pone come l’ago della bilancia, pronto a accumulare crediti con Meloni, a cercare di svuotare FI, a mettere in difficoltà il Pd. “È colpa di Letta se abbiamo La Russa, visto come ha gestito gli accordi elettorali”, pontificava.
Mentre spargeva ambiguità: “Franceschini è un ragazzo intelligente”. Per i dem però ci sono pochi dubbi che la regia sia la sua. Pure il Nazareno parla del “solito spregiudicato”. “E poi, ci sono le amicizie: per esempio quella di Casini con La Russa”, butta lì un big. Mai dimenticare che il suddetto Casini guarda ancora al Colle, dove Renzi quasi riuscì a portarlo. E il centrodestra serve. “Non avevi detto che avresti aspettato per infilarti nella maggioranza?”, lo prendevano in giro gli amici ieri.
Lui rideva. Intanto prepara una presa di distanza netta da Nardella, sindaco di Firenze. Capoluogo di una Regione che al centrodestra interessa non poco.
(da Il Fatto Quotidiano)
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