IL SOCIOLOGO MARC JOLY HA SCRITTO SUL PRESIDENTE FRANCESE MACRON UN LIBRO INTITOLATO “IL PENSIERO PERVERSO AL POTERE”, ACCUSANDOLO DI ESSERE UN “ARCHITETTO DEL CAOS”, IN PREDA A UNA FOLLIA NARCISISTICA CHE STA CREANDO DANNI A UN INTERO POPOLO
IL 63% DEI FRANCESI SI È DETTO FAVOREVOLE ALLE SUE DIMISSIONI MA MACRON NON VUOLE MOLLARE L’ELISEO
Il presidente francese Emmanuel Macron mirava a mettere insieme un centro abbastanza forte da isolare gli estremi dello schieramento politico, ed è invece riuscito nell’impresa di isolare il centro, permettendo agli estremi di avere la maggioranza che ha fatto cadere il governo.
Tutto separa l’estrema sinistra di Jean-Luc Mélenchon dall’estrema destra di Marine Le Pen, ma questa strana coalizione degli opposti ha un obiettivo comune: ottenere le dimissioni di Macron. Il presidente però non se ne vuole andare.
Mentre il Paese attraversa la più grave crisi politica ed economica degli ultimi decenni non ha neppure rinunciato agli impegni internazionali. Da Riyad, dopo incontri molto cordiali con Mohammed bin Salman, ha fatto sapere che resterà al suo posto fino all’ultimo momento, che arriverà solo nel 2027. Con scarso rispetto degli elettori e della grave situazione che si è creata, sua moglie Brigitte lo ha sostenuto sottolineando, come ha riferito Le Monde domenica, che «i francesi non meritano mio marito».
Sarebbe un buon motivo per abbandonare i francesi e ritirarsi a vita privata, ma Macron non ha alcuna intenzione di farlo.
Il sociologo Marc Joly ha scritto su di lui un libro intitolato «Il pensiero perverso al potere», accusandolo di essere un «architetto del caos», in preda a una follia narcisistica che sta creando danni a un intero popolo. Parole forti, che indagano senza fare sconti sulle ragioni che hanno portato Macron a sciogliere l’Assemblea nazionale a giugno e a indire elezioni anticipate.
Invece di incaricare la sinistra, che aveva vinto, di formare un governo, Macron ha voluto a tutti costi dare l’incarico a qualcuno che approvasse le sue politiche e cercasse di recuperare i voti perduti a destra. Invece di fare l’arbitro, ha cercato un’altra volta di tirare in porta e, visto che non glielo lasciavano più fare, e che ora minacciano persino di mandarlo in tribuna, ha preso il pallone e lo ha portato via.
In un sondaggio, il 63% dei francesi si è detto favorevole alle dimissioni del presidente, e il 53% lo ritiene responsabile dell’attuale caos istituzionale per aver sciolto il parlamento.
Nel 1969, Charles De Gaulle si dimise perché il 51% degli elettori aveva detto no a un suo referendum, ma Macron sembra molto più legato al potere di quanto lo fosse il leggendario Generale. Il suo obiettivo è continuare a restare al centro del gioco, qualunque sia il prezzo da pagare.
(da agenzie)
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