IL SUPERUOMO FRAGILE
SENZA MACCHINE NON SIAMO PIU’ IN GRADO DI FARE NULLA
Da quando possiamo fare praticamente tutto, non siamo più in grado di fare quasi nulla. Tra le tante testimonianze che arrivano dalla Spagna prigioniera del blackout, ho trovato emblematica quella di un giovane barbiere addestrato a tagliare i capelli con il rasoio elettrico e costretto di colpo a reimparare l’uso delle forbici.
Abbiamo consegnato la nostra vita alle macchine, e appena le macchine scioperano per mancanza di cibo (l’elettricità) ci troviamo a riscoprire, o a rimpiangere, la manualità.
Con l’alza-serrande fuori uso, alcuni si sono resi conto per la prima volta che i loro modernissimi appartamenti non contemplavano l’esistenza di manovelle. E se, in condizioni normali, avrebbero potuto illuminare la casa «da remoto» con una app, nell’emergenza non avevano neanche un dispositivo meccanico capace di farlo «in presenza» e per ottenere un po’ di luce, come per tutto il resto, erano costretti a dipendere da Sua Maestà il Telefono (fino a collasso della batteria).
Mentre pensavo agli spagnoli aggrappati agli ultimi bagliori della torcia del cellulare, ho letto di uno studente cinese, soccorso in cima al Monte Fuji, che aveva deciso di ritornare su per recuperare il telefonino smarrito, costringendo i suoi salvatori a un incredibile bis. Sarebbe facile liquidarlo come un pazzo (quale sicuramente un po’ è). Ma ci chiediamo spesso se esiste ancora qualcosa per cui saremmo disposti a mettere a rischio la nostra vita e temo che quel cinese ci abbia fornito la risposta.
(da corriere.it)
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