IL TESTIMONE CON PRECEDENTI PER CONTRABBANDO E FALLIMENTO CHE AVREBBE VISTO FINI A MONTECARLO
“IL GIORNALE” INTERVISTA UN TESTIMONE “ATTENDIBILE”: SBAGLIA COMPLETAMENTE LA DATA, CONFONDE “FUTURO E LIBERTA'” CON “FINANZA E LIBERTA'”, L’ANDRONE DEL PALAZZO DIVENTA “NEI PRESSI”, L’ARCHITETTO CON IL COGNATO…E NEL PASSATO DEL TESTIMONE PRECEDENTI PENALI
La campagna di killeraggio de “il Giornale” contro il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ogni giorno assume risvolti sempre più patetici e persino esilaranti.
Nei giorni scorsi Antonino Caruso, senatore ex An, rimasto fedele al premier, aveva detto che per la casa di Montecarlo era stata offerta una cifra notevole, circa 1,5 milioni di euro (contro i 300.000 pagati), con relative offerte scritte. Come a far intendere che qualcuno, interessato a cedere sottocosto l’appartamento, non l’aveva volutamente tenuta in considerazione.
Su questa frase “il Giornale” ci ha marciato per giorni, facendo capire che Fini aveva intrallazzato per cederla ad altro acquirente.
Ma quando il Caruso è stato smentito dal tesoriere di An, un giornalista gli ha chiesto i dettagli della vicenda ed ecco che improvvisamente Caruso perde la memoria: “Non ci fu un’offerta formale scritta” dichiara al giornalista che lo incalza per sapere almeno il nome di chi voleva acquistarla con tanta insistenza.
A quel punto il Caruso sostiene una tesi da sbellicarsi dalle risate, ovvero che lui aveva distribuito i suoi biglietti da visita a Montecarlo e che fu qualcuno di costoro a chiamarlo proponendogli 1 milione di euro, non più 1,5 milioni. Ovviamente non si ricorda chi fosse, che nome avesse e che recapito avesse lasciato.
In pratica il signor nessuno, forse un burlone.
Ieri spunta invece un testimone che si dice certo di aver visto Fini, la Tulliani e un terzo soggetto nell’androne del palazzo incriminato, i primi di novembre del 2009: per il Giornale è la prova provata che Fini l’anno successivo alla vendita era a Montecarlo.
A parte che non si sa in quale reato si incorra nel trovarsi a Montecarlo nel 2009, un anno dopo la vendita del bene da parte di An, comunque, intervistato dal Secolo XIX, il testimone si produce in una ricostruzione esilarante.
L’androne del palazzo diventa “nei pressi”, la data è smentita dal portavoce di Fini (la Tulliani in quei giorni aveva appena partorito) e allora il testimone cambia mese, la coppia era insieme inizialmente a un architetto, che diventa poi il cognato, la Tulliani era semplicemente “una bionda”.
Trattandosi di un teste “politicizzato”, ex elettore di An, costui si infervora con il giornalista ma invece che “Futuro e Libertà ” definisce il gruppo di Fini “Finanza e Libertà “, prendendo una cantonata terribile.
E al giornalista che gli ricorda i suoi precedenti penali per contrabbando di sigarette e una condanna per fallimento di una sua società , ammette, ma cerca di minimizzare.
Insoma i testi con nome e cognome sono “molto attendibili”, di altri non si conoscerà mai l’identità causa distribuzione di biglietti da visita senza ricevuta di ritorno.
Il massimo della esilarante commedia lo concede stamane Belpietro su “Libero” con la cucina Scavolini che Fini e la Tulliani hanno acquistato nell’hinterland romano e che secondo Belpietro è finita a Montecarlo, smentito peraltro dalla ditta venditrice che parla di consegna nella casa romana.
Ebbene Belpietro vuole che Fini vada ad aprire la porta della casa a Montecarlo per fargli vedere la cucina.
Ovvero il diffamato dovrebbe far entrare in una casa non sua chi lo accusa da giorni senza prove.
Avanti pedalini della Libertà , la settimana umoristica è appena iniziata.
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