IL VENTENNE CROOKS L’EMARGINATO DI DESTRA BULLIZZATO A SCUOLA
UN COMPLESSATO CHE GIRAVA IN MIMETICA
Nato il 20 settembre 2003, Thomas Matthew Crooks, aveva vent’anni appena. Pochi istanti dopo aver premuto sette volte il grilletto del fucile semiautomatico del padre, sfiorando il candidato alla Casa Bianca, colpendo a morte un cinquantenne e ferendo gravemente altre due persone, è stato ucciso a sua volta dai cecchini dei servizi segreti. Non aveva documenti con sé e per identificarlo è stato necessario analizzarne il dna. Indossava un pantalone militare e una maglia grigia con bandiera a stelle e strisce e il logo di un popolare canale YouTube intitolato “ Demolition Ranch ”, dedicato agli appassionati di armi.
Un’immagine che contrasta con le foto dell’annuario scolastico affidate ai giornalisti dai compagni di scuola: un ragazzino nerd, l’appassionato di matematica e scienze che l’ultimo anno di liceo si aggiudicò un premio di 500 dollari. Sempre al liceo aveva cercato di unirsi alla squadra di tiro al bersaglio, ma non era stato accettato per la pessima mira. Magro, occhialuto, il mento appuntito, non usava i social ed era iscritto al solo servizio di messaggistica Discount: «App usata raramente e mai per discussioni politiche», come hanno prontamente fatto sapere i responsabili.
Viveva a Bethel Park, 32mila abitanti, sobborgo tranquillo e alberato a un’ora di macchina dal luogo dell’attentato. Alla vigilia della maggior età, il giovane Crooks si era iscritto nelle liste elettorali repubblicane: come papà Matthew Brian, 53 anni, terapista specializzato in disabilità con simpatie libertarie, che a 24 ore dall’attentato compiuto dal figlio ha trovato solo la forza di dire a Cnn : «Lasciatemi in pace, devo ancora capire cosa diavolo è successo».
Dagli stessi registri risulta che mamma Mary, assistente sociale di 51 anni, è invece iscritta come democratica fin dagli anni Novanta, eventualità non anomala nelle famiglie americane. Ma che spiega, forse, perché il 20 gennaio 2021, giorno dell’insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca, due settimane dopo l’attacco di Capitol Hill, il ragazzo all’epoca 17enne, fece una donazione – 15 dollari appena – al Progressive Turnout Project. Un’organizzazione di sinistra impegnata nel mobilitare gli elettori in difesa della democrazia.
Le indagini sono in corso, con gli investigatori ancora alla ricerca di un movente, che l’Fbi al momento afferma di non poter definire “ideologico”. Così come sembra tramontata la pista di un complice. Sui social qualcuno afferma che apparteneva a una milizia di estrema destra e avrebbe sparato al “proprio” candidato – guarda caso mancandolo – allo scopo di scatenare una guerra civile nel paese già infiammato dalle divisioni politiche
Ma la piccola folla radunata all’incrocio fra Meadowbrook e Milford road, la strada ancora presidiata dalla polizia dove in una casetta rossa al civico 2506 il killer viveva coi genitori e la sorella, è scettica. «Aveva simpatie di destra» conferma Zach Bradford, che con lui aveva seguito i corsi di storia americana alla Bethel Park High School
Anche un altro ex compagno, Jason Kohler 21 anni, è incredulo: «Non eravamo in confidenza ma non era tipo da cui ti aspetti alcunché. Era un solitario, bullizzato per le sue strane tute mimetiche e il suo viso inespressivo. Aveva qualche amico, ma pranzava sempre solo. Dopo il Covid lo abbiamo visto poco: seguiva le lezioni da casa. Era un emarginato». Gli agenti hanno trovato materiale esplosivo nella sua auto abbandonata nel parcheggio del raduno politico
(da Repubblica)
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