IL VERO PRIMATO ITALIANO SUL PNRR È QUELLO DELLE TRUFFE, LA PROCURA EUROPEA LANCIA L’ALLARME: SU 206 INCHIESTE ATTIVE SULL’UTILIZZO DEI FONDI DEL RECOVERY 179 RIGUARDAVANO IL NOSTRO PAESE
SI VA DAI DOCUMENTI FALSI ALLE PROCEDURE TRUCCATE PER GLI APPALTI, FINO ALLE SOCIETÀ FITTIZIE – RECORD NEGATIVO ANCHE SULLE FRODI DI TUTTI I FONDI UE
Documenti falsi, procedure truccate per gli appalti e conflitti d’interesse omessi. E poi ancora società fittizie che hanno dirottato su conti bancari all’estero i soldi che dovevano servire ad avviare i cantieri in casa. Eccolo il malaffare che ruota intorno a Next Generation EU, il maxi piano da 750 miliardi nato per risollevare l’Europa dalla crisi pandemica.
“È diventato un bersaglio per i truffatori”, è la presa d’atto della Procura europea che ha messo l’Italia in cima ai Paesi sotto osservazione. Su 206 inchieste attive alla fine dell’anno scorso, ben 179 riguardavano il Piano nazionale di ripresa e resilienza di Roma. Il secondo Paese in graduatoria, l’Austria, ne conta solo 33.
Ma l’Italia detiene anche un altro primato negativo: la metà delle frodi a tutti i fondi Ue, non solo quelle relative al Recovery, nel 2023. Su 1.371 casi, sono 556 quelli che hanno riguardato l’Italia: da sola ha contribuito, con 6 miliardi, al danno stimato in 12,2 miliardi a livello europeo. […]
Le frodi sull’Iva sono la fattispecie più diffusa, ma l’allarme intorno al Next Generation EU sta crescendo perché ora i Paesi beneficiari stanno iniziando a spendere di più rispetto ai primi anni dedicati principalmente alla procedure necessarie ad avviare i progetti. “Il numero delle frodi – spiega la Procura Ue nel suo rapporto annuale 2023 – non può che aumentare nel contesto dell’attuazione accelerata dei finanziamenti Next Generation EU, tanto più che dall’anno scorso è emerso come i gruppi della criminalità organizzata siano coinvolti in questo tipo di attività fraudolente legate ai progetti dei Piani nazionali di ripresa e resilienza”.
Altri numeri spiegano perché il Recovery preoccupa in misura maggiore rispetto agli altri capitoli di spesa europei: le 206 indagini attive sul Next Generation rappresentano circa il 15% dei casi di frode che riguardano tutti i fondi europei, ma in termini di danno (oltre 1,8 miliardi) corrispondono a quasi il 25% del totale.
E la luce sul malaffare si è appena accesa perché, spiega sempre l’organismo europeo indipendente, “si è solo iniziato a identificare le organizzazioni criminali coinvolti in questa attività fraudolenta”.
Con l’importo più alto, in tutto 194,4 miliardi, l’Italia è il primo Paese a beneficiare dei fondi del Recovery. Anche per questo il numero delle indagini è maggiore rispetto a quello degli altri Paesi.
L’allarme si sta facendo più forte. A gennaio era stata la Ragioneria generale dello Stato a lanciare il primo avviso: “L’attuazione del Pnrr – scrivevano i tecnici del ministero dell’Economia – rischia di essere vanificato da eventi di illecita captazione di risorse pubbliche”.
A febbraio è arrivato un altro avviso, quello della Corte dei conti, che ha parlato di “condotte illecite” e “sperpero delle risorse”. Frodi, da Nord a Sud: “piccole” ma diffuse. In un Comune della Marche, ad esempio, sono stati falsificati i dati sul numero dei migranti per ottenere i soldi da destinare alla sistemazione di una baraccapoli.
(da agenzie)
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