ILARIA SALIS SI PUÒ CANDIDARE: IL PD VALUTA DI SCHIERARLA ALLE EUROPEE
NON CI SAREBBE ALCUN IMPEDIMENTO ESSENDO DETENUTA DA 13 MESI IN VIA CAUTELARE, SENZA UNA CONDANNA IN PRIMO GRADO, ILARIA HA PIENI DIRITTI ELETTIVI…I PRECEDENTI DI ENZO TORTORA E TONI NEGRI
1. Si parla di candidare Ilaria Salis al Parlamento europeo. Quali precedenti ci sono?
Il giornalista Enzo Tortora fu candidato al Parlamento europeo dal partito radicale nel marzo 1984, quarant’anni fa. Era ai domiciliari. Il 14 giugno fu eletto deputato al Parlamento europeo, insieme a Marco Pannella e Emma Bonino, con oltre mezzo milione di preferenze; ottenne il decreto di scarcerazione e lasciò gli arresti domiciliari.
La procura di Napoli chiese al Parlamento europeo l’autorizzazione sia al processo sia all’arresto. Nonostante l’elezione garantisse a Tortora l’immunità parlamentare, fu lui stesso a chiedere l’autorizzazione a procedere, che venne concessa, mentre fu negata da Strasburgo l’autorizzazione all’arresto.
L’anno precedente, i radicali avevano candidato al Parlamento nazionale l’ideologo di Autonomia operaia, il professore universitario Toni Negri. Arrestato nel 1979 […] e ancora in regime di carcerazione preventiva, a differenza di Tortora non mise mai piede alla Camera e approfittò dell’immunità parlamentare per fuggire in Francia.
2. Ci sono norme che possano impedire la candidatura di Salis al Parlamento europeo?
Non c’è alcun impedimento e non ci sarebbe nemmeno per il Parlamento italiano. Trattandosi di una detenuta in via cautelare, senza una condanna in primo grado .
3. Ilaria Salis ha quindi pieni diritti elettivi?
Teoricamente, sì. Non potrà esercitare il suo diritto al voto, trovandosi rinchiusa in un carcere ungherese. Ma nulla è di ostacolo al diritto di candidarsi. Soltanto una condanna definitiva con la pena accessoria alla perdita dei diritti civili, cioè l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, fa decadere i requisiti alla candidatura.
4. Che cosa potrebbe succedere se fosse eletta?
Le variabili sono molte, legate soprattutto alla eventuale reazione della giustizia ungherese. Un caso simile riguardò Oriol Junqueras Vies, ex vicepresidente del Governo autonomo della Catalogna, arrestato in Spagna dopo il referendum secessionista del 2017.
Eletto in Europa nel 2019, la Cassazione spagnola gli negò il permesso di uscire dal carcere. Junqueras ha fatto tre ricorsi alla giustizia europea, ma sono ancora pendenti e il suo seggio è rimasto vacante per tutta la durata della legislatura.
(da La Stampa)
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