IMPRESENTABILI, UN CAPOLAVORO DI MASOCHISMO POLITICO
SEMPLIFICARE LE COSE MAI
Il traffico di nomi di candidati “impresentabili”, a pochi giorni dalle elezioni regionali, è un capolavoro (si spera involontario) di masochismo politico.
Riesce infatti, in un colpo solo, a indebolire sia la posizione dei “manettari” che quella dei “garantisti”.
Quella dei manettari perchè brandire elenchi del genere ormai a ridosso del voto ha un inevitabile sapore di arma impropria, di mossa scorretta largamente fuori tempo massimo.
Quella dei garantisti perchè, per difendere l’autonomia della politica, sono costretti a difenderne anche la gaglioffagine, nonchè (vedi Lanfranco Pace a Radiouno) il suo diritto a rappresentare anche l’elettorato colluso e “scambista”, perchè la politica, sapete, non è cosa per educande (questa la si era già sentita).
A uscirne rafforzato, una volta di più, è solamente lo sconforto, e dunque il conseguente probabile aumento dell’astensionismo.
Come sovente accade, davvero non si riesce a capire perchè diavolo si riesca a complicare e inquinare un’esigenza – quella di tutelare l’onorabilità di chi ricopre funzioni pubbliche, per altro sancita dall’articolo 54 della Costituzione – che potrebbe e dovrebbe essere già ampiamente garantita dalle leggi in vigore, dalla Severino in su e in giù.
A partire dalla spericolata candidatura di De Luca in Campania, a quanto pare la presentabilità / impresentabilità , che non è un requisito “morale”, ma giuridico, è diventata materia discrezionale, una disputa a posteriori, a liste fatte e a babbo morto.
Semplificare le cose: mai
Michele Serra
(da “La Repubblica“)
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