IN ARIZONA NIENTE BALLOTTAGGIO: VIENE ELETTO CHI PESCA LA CARTA PIU’ ALTA
TRADIZIONI DEL VECCHIO WEST RISPETTATE A CAVE CREEK… DUE CANDIDATI AVEVANO 660 VOTI A TESTA: PER ENTRARE IN CONSIGLIO COMUNALE NIENTE DUELLO O DADI… MEGLIO LE CARTE
Il popolo aveva deciso per un pareggio per il settimo posto disponibile per il consiglio comunale di Cave Creek, in Arizona, Far West americano.
Conta e riconta le schede, emerge un pareggio tra due candidati, 660 voti a capoccia.
Tale George Preston, il magistrato che ha il potere negli Usa di risolvere le liti locali nella cittadina da 5.000 abitanti, ha convocato in tribunale i due candidati per procedere secondo tradizione.
Cave Creek non sarà Las Vegas, ma il mazzo di carte è uno strumento legale per dirimere la delicata questione del governo del municipio.
Il giudice ha mischiato allora per bene le carte di fronte ai due contendenti: un professore di scienze in pensione di 64 anni, in carica da due mandati, e un giovane studente in legge di 25 anni, ambientalista.
Di comune accordo i due avevano accettato il ricorso alla”carta più alta vince”, scartando i dadi e il duello con le pistole, un po’ troppo retrò.
Si è lasciato decidere il destino: il professore ha tirato su la carta per primo e non è andato oltre un 6 di cuori, poi il ragazzo ha estratto dal mazzo un re ed è stato un successo.
Il più giovane aveva tra l’altro speso una cifra per la campagna elettorale (17mila dollari) contro le poche centinaia di dollari spese solitamente dai politici locali.
Appena insediata, la nuova giunta, con il nuovo consigliere, ha approvato l’insediamento di un grande magazzino della catena Wal-Mart che porterà 3 milioni di dollari di tasse alla città , anche se l’impatto ambientale non sarà certo il massimo.
A favore si è pure espresso il neoconsigliere ambientalista, destando, in effetti, qualche perplessità circa la propria coerenza.
Per la cronaca, il sistema delle carte ha risolto in passato stalli elettorali anche in Alaska e Minnesota, dando però origine alla protesta del gruppo FairVote “per la correttezza delle elezioni” che giudicano la soluzione carte non certo “un ideale per la democrazia”.
Hanno proposto nuove elezioni, nella speranza che venga meno l’equilibrio, ma è stato risposto che nuove elezioni costano e i bilanci sono ristretti.
Meglio affidarsi alle carte, in fondo là si fidano.
In Italia temiamo vi sarebbe ricorsi e controricorsi per una vita, se si scegliesse un mazzo di carte…
Tutti accuserebbero tutti di avere barato…
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