IN EUROPA SI SONO MESSI A RIDERE QUANDO HANNO LETTO LA DICHIARAZIONE DI GIORGETTI SUL CASO UNICREDIT-BPM (“L’OPERAZIONE NON È STATA CONCORDATA COL GOVERNO”)
MA SE C’È IL LIBERO MERCATO, TRA L’ALTRO IN UN CONTESTO IN CUI TUTTI INVOCANO FUSIONI PER CREARE “CAMPIONI” NAZIONALI ED EUROPEI, NON SI CAPISCE PERCHÉ ORCEL AVREBBE DOVUTO CONCORDARE CON IL GOVERNO LE SUE DECISIONI
Il “Financial Times” l’ha definito “scacchista”. In effetti Andrea la decisione di Andrea Orcel di portare Unicredit all’assalto di Banco Bpm è la classica mossa del cavallo per superare un ostacolo.
Quando ha capito che l’assalto alla tedesca Commerzbank non sarebbe riuscito, a causa del terremoto politico in Germania, dovuto alla caduta del Governo Scholz, e della contrarietà dell’opinione pubblica tedesca, il “Cristiano Ronaldo dei banchieri” ha sparigliato, lanciandosi sull’unica preda possibile (e anche la più ambita), cioè Bpm.
Orcel si è mosso senza chiedere il permesso, fregandosene altamente di quel che pensava, o avrebbe pensato il Governo Meloni.
D’altronde, quando lui è partito lancia in resta all’assalto dell’istituto tedesco, né Giorgia Meloni né i suoi camerati hanno teso la mano a Unicredit per superare l’impasse a Berlino.
E dunque il ragionamento è stato: se a voi non interessa quando mi voglio una banca straniera, perché dovrebbe interessarvi se mi lancio su una italiana?
L’azione “ostile” di Unicredit blocca la possibile fusione Bpm-Mps, per la gioia di tanti ma soprattutto di Alberto Nagel. L’ad di Mediobanca era molto preoccupato dalla mossa sul “Monte” di Giuseppe Castagna, in tandem con Caltagirone e Milleri.
Il trio, in uno scenario futuribile, avrebbe infatto potuto insidiare anche Piazzetta Cuccia se “Calta” e Delfin avessero ceduto a Bpm le loro azioni di Mediobanca. Il boccone più ghiotto non è tanto la cassaforte guidata da Nagel, ma soprattutto Generali
In Europa l’assalto di Orcel a Bpm ha spiazzato i più, convinti che Unicredit continuasse la sua campagna di Germania su Commerzbank.
A inorridire gli osservatori internazionali, però, è stata soprattutto la dichiarazione del ministro dell’Economia Giorgetti, che incautamente si è lasciato sfuggire la frase: “L’operazione è stata comunicata ma non concordata col governo”.
Ma se c’è il libero mercato, in Europa, tra l’altro in un contesto in cui tutti a Bruxelles, a partire dal rapporto Draghi sulla competitività, auspicano “campioni nazionali ed europei” e invocano fusioni, non si capisce perché Orcel avrebbe dovuto concordare con il Governo le sue decisioni.
Se le parole di Giorgetti hanno creato sconcerto, hanno generato ilarità quelle di Salvini sulla non italianità di Unicredit. Allora anche Banca Intesa e lo stesso Banco Bpm, per il semplice fatto di avere come azionisti fondi esteri, dovrebbero essere considerate “straniere”. Una bella cazzata.
(da agenzie)
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