IN FRANCIA 50 EURO AL GIORNO A CHI ASSISTE UN FAMILIARE MALATO TERMINALE
INNOVATIVA LEGGE IN FRANCIA CHE ASSICURA UN SOSTEGNO ECONOMICO A CHI ASSISTE A CASA UN CONGIUNTO MALATO TERMINALE… TRE MALATI SU QUATTRO MUOIONO ALL’OSPEDALE, LONTANI DAI PROPRI CARI… PREVISTI ANCHE SUPPORTI PSICOLOGICI… IN ITALIA NULLA DI TUTTO QUESTO
E’ una vera e propria rivoluzione quella che il presidente francese, Nicolas Sarkozy, si appresta a compiere sulle famiglie francesi.
Arriva da Parigi una notizia che porterà un po’ di serenità a molte famiglie in difficoltà , in questo caso a coloro che hanno un parente affetto da malattia terminale.
Verrà chiamata “indennità di fine vita” la retribuzione giornaliera di 49 euro per tutte le persone che smettono di lavorare per “accompagnare” verso la morte un congiunto, in fase di malattia terminale, che viene assistito a casa.
Il nuovo provvedimento fissa un limite di durata dell’indennità , che non sarà superiore alle tre settimane, e pone come clausola per l’ottenimento del rimborso il fatto che il paziente venga assistito a casa, e non in una struttura ospedaliera sia pubblica che privata. Il primo passo verso la legge è stato fatto qualche giorno, quando la proposta, depositata dai deputati francesi di destra e di sinistra, è stata discussa e approvata in prima lettura e all’unanimità dall’Assemblea nazionale.
La novità non sta nella possibilità di prendersi un’aspettativa da parte del familiare, ma nel fatto che questa sia retribuita.
In Francia, infatti, i lavoratori hanno già diritto al “congedo di solidarietà familiare”, in caso di malattia con rischio di morte di un congiunto, ma senza remunerazione.
Si calcola che ogni anno saranno circa 20mila le persone che avranno bisogno dell’indennità di fine vita, per una spesa di circa 20 milioni di euro.
L’indennità per i dipendenti sarà legata alla relativa assenza sul posto di lavoro.I liberi professionisti invece dovranno dimostrare di aver sospeso la propria attività .
Potranno ottenerla i congiunti del malato terminale assistito a domicilio da ascendenti, discendenti, fratelli, sorelle o coinquilini del malato.
La proposta di legge si rifà ai principi del “rapporto Leonetti”, dal nome del deputato dell’Ump, Jean Leonetti, presidente della Commissione di valutazione della legge sui diritti dei malati e il fine vita. La proposta di legge di Leonetti verrebbe incontro a molte famiglie francesi.
Secondo Regis Aubry, presidente del Comitato per lo sviluppo delle cure palliative, tre malati su quattro muoiono attualmente in ospedale, lontano dalle cure e dall’affetto dei propri cari.
E’ importante anche una legge che tuteli i parenti che assistono un paziente terminale, aiutandoli non solo economicamente, ma anche con supporti medico-specialistici, come quello psicologico, per evitare depressioni.
In Italia siamo ancora indietro: la Corte di Cassazione nel maggio 2003 “non esclude il diritto, in questi casi, all’indennità di accompagnamento”, ma non lo prevede neanche.
Tipiche soluzioni all’italiana, senza contare che si tratta di cosa diversa: l’indennità di accompagnamento riguarda il malato, non il familiare che lo assiste, per il quale non esiste una legge ad hoc.
Non c’è da stupirsi, visto che in Italia non abbiamo neanche un ministro della Salute, ma solo un sottosegretario.
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