IN FRANCIA IL MINISTERO “VERDE” HA UN BUDGET DI 48 MILIARDI, PER MACRON E’ UNA COSA SERIA
15,4 DEDICATI ALLA TRANSIZIONE AMBIENTALE, 16 ALLA POLITICA ABITATIVA E 8 AI TRASPORTI
Il suo primo inquilino, Robert Poujade, nel 1971 lo definì il “ministero dell’impossibile” a causa delle tante competenze che già in quel periodo gli erano state attribuite. Oggi, dopo un lungo percorso, il ministero della Transizione ecologica in Francia è diventato uno dei dicasteri più importanti dell’amministrazione statale.
E proprio a questo e ad altri modelli europei e internazionali che Beppe Grillo si è ispirato nella proposta di un super-ministero capace di “riunire le competenze per lo sviluppo economico, l’energia e l’ambiente”.
“Lo dico da vent’anni negli spettacoli: ‘Il vero ministero dell’ambiente è quello dell’economia, dell’energia, delle finanze’”, ha spiegato il fondatore del Movimento 5 Stelle, spiegando che si tratta di uno “strumento fondamentale” per far fronte alle sfide di oggi. Una richiesta fatta direttamente al premier incaricato Mario Draghi per una svolta green in Italia.
Fin dall’inizio del suo incarico il presidente Emanuel Macron ha riservato un’attenzione particolare a questo dicastero, considerandolo come uno strumento essenziale per lo sviluppo dei suoi programmi ambientali che ancora oggi, nonostante la crisi del coronavirus, restano al centro dell’agenda in vista delle prossime elezioni presidenziali nel 2022.
Sotto la guida dell’Hotel de Roquelaure ci sono dossier riguardanti l’ambiente, ma anche i trasporti, le questioni energetiche, le politiche abitative e la difesa della biodiversità . Nell’organigramma del governo disponibile sul sito ufficiale, il ministero della Transizione ecologica risulta oggi essere il secondo per ordine di importanza, dopo quello dell’Europa e degli Affari esteri, guidato da Jean-Yves Le Drian.
Nell’ultima manovra il bilancio per questo ministero è stato aumentato di 1,3 miliardi di euro, raggiungendo record di 48,6 miliardi. Di questi, 15,4 miliardi sono dedicati esclusivamente alla transizione ecologica, 16 miliardi alla politica abitativa e 8 miliardi ai trasporti. Ma in parallelo è stata prevista una riduzione del personale che porterà ad un taglio complessivo di circa mille posti di lavoro.
Nel corso del suo mandato Macron ne ha rivisto più volte i compiti e la struttura con una serie di modifiche. L’ultima è arrivata nel luglio dello scorso anno in occasione del rimpasto di governo, che ha visto la nomina di Barbara Pompili alla guida della Transizione ecologica.
L’ex esponente dei Verdi d’oltralpe è diventata così la quarta ministra dall’inizio del mandato presidenziale. Ma il presidente Macron ha colto l’occasione per un restyling più profondo, ricentrando la missione sui temi ambientali, a discapito degli aspetti sociali.
Jean-Baptiste Djebbari è il ministro delegato ai Trasporti, con competenze che riguardano essenzialmente l’aviazione civile da una parte e le infrastrutture, i trasporti e il mare dall’altro. A questi si aggiunge poi la gestione delle autostrade. Emmanuelle Wargon è stata invece nominata ministra delegata all’Alloggio, che si occupa anche di dossier riguardanti l’edilizia e l’urbanismo, in stretto contatto con il ministero della Coesione dei Territorio. Ad aiutare Pompili nel campo della lotta per la preservazione della biodiversità c’è poi la sottosegretaria Bèrangère Abba.
Ma tra i modelli citati da Grillo c’è anche quello della Spagna, dove il ministero per la Transizione ecologica e la sfida demografica (Miteco) è guidato da Teresa Ribera Rodriguez e, oltre alla lotta contro lo spopolamento del territorio, si concentra sulla transizione energetica verso un modello più ecologico, con un’attenzione alla protezione della biodiversità dei boschi e dei mari.
In Svizzera l’esempio è il Dipartimento federale dell’Ambiente, dei trasporti dell’energia e delle comunicazioni (Datec) mentre in Costa Rica c’è il ministero dell’Ambiente e dell’Energia (Minae), guidato da Andra Meza Murillo.
(da “Huffingtonpost”)
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