IN FUGA DA KIEV SCRISSE I CONTATTI DEI PARENTI SULLA SCHIENA DELLA FIGLIA: ORA VERA E SUA MADRE SONO IN SALVO IN FRANCIA
IN UN POST LA DONNA HA RINGRAZIATO CHI LE HA AIUTATE
Vera è in salvo. La bimba che la madre aveva “tatuato” sulla schiena con i recapiti dei parenti nel caso in cui la guerra la uccidesse lasciando sua figlia orfana, è finalmente al sicuro in Francia.
Già qualche giorno fa la mamma di Vera, Aleksandra Makoviy, aveva pubblicato su Instagram un post in cui ritraeva la bimba con un completo rosa mentre giocava serena con un vaso di fiori.
A corredo della foto, la donna aveva scritto alcune righe in cui aveva ringraziato tutti per la disponibilità mostrata: «Sono commossa. Voglio solo dire a tutti che io e Vera siamo in salvo. Siamo riuscite a oltrepassare il confine e ora ci troviamo al sicuro nel sud della Francia. Siamo ospitate da volontari che ci hanno accolto e offerto una sistemazione. In questa foto Vera indossa un abito donato da una famiglia francese. Voglio ringraziare tutti i volontari francesi e chiunque ci abbia aiutato e supportato in questa fuga dalla guerra. Ma il grazie più sincero e sentito va alla gente della Polonia: la vostra generosità e compassione è senza pari. Il vostro sostegno è quello che ci ha fatto andare avanti».
Qualche ora fa, poi, la mamma di Vera ha rilasciato una intervista alla Bbc in cui conferma di trovarsi, insieme alla bimba, in Francia.
«Mi sento psicologicamente sopraffatta e non mi sono ancora ripresa dal lungo viaggio attraverso Moldova, Romania e Belgio. Ma sono circondata da amore e cura. Va tutto bene con Vera. È troppo piccola per capire cosa sta succedendo. Sente qualcosa da me, ma è troppo piccola per capire. Sono molto contenta che abbia questa età. Sono molto felice», ha detto.
E ha ricordato quando, facendo le valigie «sotto il rumore delle bombe che cadono e con poche informazioni disponibili, non ero sicura saremmo riuscite a lasciare la nostra casa. La mia più grande paura era che Vera si perdesse o non scoprisse mai chi fosse o da quale famiglia provenisse».
La storia di Vera e di sua madre era diventata nota al resto del mondo dopo un post su Instagram della stessa Makoviy, in cui era ritratta la bimba con la schiena piena di scritte: numeri di telefono e indirizzi di parenti che si sarebbero dovuti contattare nel caso in cui, sotto i bombardamenti, la donna fosse rimasta uccisa.
«Ho scritto su Vera – aveva scritto nel post la donna – nel caso ci fosse successo qualcosa e qualcuno l’avrebbe presa come sopravvissuta. Poi un pensiero folle mi è balenato nella mente: “Perché non l’ho tatuata con queste informazioni?”» La foto poi era stata fatta circolare su Twitter da una giornalista ucraina del Kyiv Independent Anastasiia Lapatina: «Le mamme ucraine scrivono sui corpi dei propri figli i contatti dei parenti nel caso in cui loro vengano uccise e il loro bambino sopravviva. E l’Europa sta ancora discutendo del gas russo», aveva commentato la reporter.
(da agenzie)
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